Emergenza Covid: le nuove chiusure delle scuole. Ecco dove i ragazzi torneranno in DAD.
Il peggioramento dell’epidemia di Covid-19 in Italia ha obbligato molti amministratori locali ad istituire zone arancioni e rosse locali, anche all’interno di Regioni gialle e prima di un intervento del governo (con i cambi di colore stabiliti dalle ordinanza del ministro della Salute a seguito del monitoraggio dei contagi della Cabina di Regia).
Con questi provvedimenti sono state chiuse di nuovo le scuole nelle zone con maggiore circolazione del virus. Come aveva cominciato a fare l’Umbria per prima, a inizio febbraio, a causa di una elevata diffusione dei contagi dovuti alla variante inglese nel virus, proprio nelle scuole. Del resto, già dalla fine di gennaio l’Associazione italiana di epidemiologia (Aie) aveva rilevato un aumento dei contagi tra i bambini in età scolare proprio per effetto delle nuove varianti del virus.
Pochi giorni fa, a seguito dell’aggravarsi della situazione epidemiologica nella provincia di Brescia, le autorità regionali lombarde hanno istituito la zona arancione rafforzato in provincia con chiusura delle scuole. La zona è stata estesa anche ad alcuni comuni confinanti della provincia di Bergamo. L’ordinanza regione ha disposto la chiusura di scuole di ogni ordine e grado, anche degli asili nido.
In altre Regioni è stata ordinata la chiusura delle scuole. Scopriamo quali e dove.
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Purtroppo la risalita dei contagi da Coronavirus con la diffusione delle nuova varianti più contagiose, soprattutto tra bambini e ragazzi in età scolare, ha costretto molte Regioni a chiudere di nuovo le scuole, almeno in alcune zone, e tornare alla didattica a distanza. Ecco gli ultimi provvedimenti.
Tra le Regioni italiane che chiuderanno le scuole ci sono le Marche. A causa del peggioramento dell’epidemia, soprattutto nella provincia di Ancona. Da sabato 27 febbraio e fino al 5 marzo (data di scadenza del DPCM ancora in vigore) tornerà la didattica a distanza (DAD) al 100% in tutte le scuole superiori (secondarie di secondo grado) della Regione. Nelle Marche alle scuole superiori le lezioni erano tornate in presenza lo scorso 25 gennaio, dai primi di novembre 2020 quando le superiori hanno chiuso in tutta Italia. La riapertura era stata fissata in un primo momento per il 1° febbraio, ma poi anticipata dal presidente di Regione per le proteste dei genitori.
Nelle province di Ancona e Macerata, dove è presente un incidenza maggiore, la didattica a distanza al 100% riguarderà anche le seconde e terze classi delle scuole medie (secondarie di primo grado). Resta garantita la possibilità di svolgere la presenza per i laboratori, gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. La comunicazione sul sito web della Regione.
Anche la Campania, la Regione che ha tenuto le scuole chiuse più a lungo, non solo le superiori, ha annunciato da lunedì 1° marzo la chiusura di tutte le scuole della Regione. L’annuncio è stato dato dal presidente Vincenzo De Luca in un video, pubblicato sui canali web e social della Regione.
“Abbiamo registrato in queste ore, in particolare negli istituti di Napoli, la presenza di casi della cosiddetta ‘variante inglese’. Non credo dobbiamo e possiamo aspettare che ci sia un’epidemia diffusa di Covid anche tra i ragazzi di 10-15-18 anni prima di intervenire”, ha detto De Luca nel suo intervento. “Chiudiamo da lunedì, quindi, perché dobbiamo far fronte alle nuove varianti che sono emerse e perché dobbiamo completare in sicurezza la vaccinazione del personale scolastico“, ha concluso il presidente della Campania.
In Puglia, il presidente della Regione, Michele Emiliano, aveva già emesso un’ordinanza che disponeva il ritorno della didattica digitale integrata al 100% per le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado e i CPIA dal 24 febbraio al 14 marzo. Il provvedimento era stato impugnato dai genitori che avevano fatto ricorso al Tar, che tuttavia questa volta ha dato ragione al presidente. La didattica in presenza è stata mantenuta per l’uso dei laboratori, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’inclusione degli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali. L’ordinanza sul sito web della Regione.
In regione restano chiuse tutte le scuole situate nella zona arancione rafforzato della provincia di Brescia, del comune di Soncino in provincia di Cremona e nei comuni del bergamasco: Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso. Con la proroga della zona rossa a Bollate (Milano), Viggiù (Varese) e Mede (Pavia), torna anche in questi comuni la didattica a distanza fino al 3 marzo. Ulteriori informazioni sul sito web della Regione.
Istituite zone arancione scuro anche in Regione.
Nei comuni della Ausl di Imola e i quelli confinanti della provincia di Ravenna è stata già introdotta la didattica a distanza al 100% a partire dalla scuola primaria, dal 25 febbraio all’11 marzo. I comuni interessati sono 14: Imola, Castel San Pietro, Medicina, Mordano, Castel Guelfo, Dozza, Casalfiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio, nella zona di Imola, e quelli di Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Riolo Terme, in provincia di Ravenna.
L’area metropolitana di Bologna entra in zona arancione scuro sabato 27 febbraio e le scuole chiuderanno lunedì 1° marzo e fino al 14 marzo, tranne nidi e scuole d’infanzia. Tutte le misure sul sito della Regione.
A Campobasso, il sindaco Roberto Gravina ha prorogato al 7 marzo la sospensione di tutte le attività didattiche in presenza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, pubblici, parificati, paritari e degli asili nido pubblici e privati, inizialmente prevista fino al 28 febbraio.
Con l’entrata del Molise in zona rossa, lunedì 1° marzo, saranno applicate le misure previste per quest’area di rischio, tra cui la chiusura di tutte le scuole superiori e delle terze classi delle scuole medie, che andranno in didattica a distanza.
Anche qui da lunedì 1° marzo andranno in didattica a distanza tutti gli studenti a partire dalla terza media alle superiori, per effetto dell’ingresso in zona rossa.
Scuole chiuse e didattica a distanza anche in alcuni comuni toscani. Pistoia e Siena da sabato 27 febbraio a domenica 7 marzo saranno zone rosse, con chiusura di attività e delle scuole e ritorno alla didattica a distanza. Il provvedimento sul sito web della Regione.
Altre chiusure di scuole sono state già introdotte nel comune di Cecina, in provincia di Livorno, da giovedì 25 febbraio fino a venerdì 5 marzo, con dad dalla seconda media, e in quello di Castiglion Fiorentino, provincia di Arezzo, dal 26 febbraio al 6 marzo. Da lunedì 1° marzo chiuderanno anche le scuole ad Arezzo, elementari, medie e superiori, per due settimane. La decisione è stata presa dal sindaco, Alessandro Ghinelli, a seguito dell’impennata di contagi e della diffusione della variante brasiliana.
Nella provincia di Bolzano era stato introdotto il lockdown fino al 28 febbraio. Le restrizioni sono state prorogate fino a 14 marzo. Prosegue la didattica a distanza per scuole medie, superiori e per l’università. Mentre da lunedì 1° marzo potranno tornare in presenza i servizi alla prima infanzia, le scuole dell’infanzia e le scuole elementari, salvo nei Comuni oggetto di restrizioni per la variante sudafricana (Merano, Rifiano, Moso in Passiria e San Pancrazio, Lana, San Martino in Passiria e Malles Venosta). Come ha annunciato il presidente Arno Kompatscher. Ulteriori informazioni sul sito della Provincia autonoma.
Sono chiuse le scuole nei comuni in zona rossa di Roccagorga, Carpineto Romano, Colleferro, Torrice e Monte San Giovanni Campano. Lezioni in presenza per elementari e prima media, didattica a distanza dalla seconda media alle superiori.
Zona rossa e scuole chiuse a Sanremo e Ventimiglia, dal 24 febbraio al 5 marzo.
Infine, nella regione che per prima aveva istituito zone rosse, nella provincia di Perugia tornano in presenza i servizi educativi della scuola dell’infanzia 0-36 mesi, mentre restano sospesi quelli da 3 a 6 anni, mentre rimane in vigore la didattica a distanza per gli studenti delle scuole primarie e secondario di primo e secondo grado. Inoltre, sono sospese tutte le attività laboratoriali nelle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie e nei corsi IeFP. Nella provincia di Terni, invece, le attività didattiche delle scuole superiori sono svolte in presenza nella misura del 50% della popolazione studentesca. Scuole per l’infanzia, elementari e medie sono tutte in presenza. In tutta la Regione si svolgeranno in presenza i test Invalsi per le scuole superiori. L’ordinanza sul sito della Regione.
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Che ne pensate unimamme di queste chiusure? I vostri figli sono interessati da questi provvedimenti?
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