Nonostante in alcune regioni le scuole torneranno a chiudersi, asili e nidi saranno aperti per i figli del personale sanitario e non solo. Ecco dove.
La periodica apertura e chiusura delle scuole è l’argomento più dibattuto fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Quello della scuola, infatti, è stato un tema che ha aperto un lungo dibattito: da un lato chi sostiene che la scuola è un luogo di grande rischio e di diffusione del contagio, dall’altro chi sostiene che le scuole siano luoghi sicuri.
Con l’arrivo della terza ondata e delle nuove varianti del Coronavirus, alcune Regioni hanno optato per una nuova chiusura delle scuole. Le varianti del virus, infatti, hanno iniziato a diffondersi anche tra i più piccoli e, per paura di una più grave diffusione, le scuole di molte regioni sono state chiuse.
Tuttavia, da una città italiana, è arrivata una decisione tutta nuova che, finalmente metterà l’Italia al pari di tanti Stati europei e che, si spera, possa essere d’esempio per molte altre località nostrane. Ecco di cosa si tratta!
La decisione presa dalle autorità di Brescia è stata una decisione tanto attesa che porterà una grande novità in molte famiglie. La città di Brescia si trova da un po’ di giorni in zona arancione rafforzato e subirà una proroga di tale condizione: questa decisione avrebbe portato molte difficoltà in alcune famiglie.
Dal 3 Marzo, tuttavia, chi lavora in ambito sanitario ed è costretto a turni lunghissimi fin dagli esordi di questa emergenza sanitaria, potrà tirare un sospiro di sollievo. Il Comune di Brescia, infatti, si sta organizzando per riaprire gli asili nido e gli asili per i figli del personale sanitario.
Secondo la nota ministeriale numero 1990 dello scorso 5 Novembre ( e finora non applicata ancora da nessuno) “i figli di personale sanitario, direttamente impegnato nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali” hanno diritto alla frequentazione della didattica in presenza.
Questa misura sarà adottata dal Comune di Brescia che, per primo in Italia, ha affrontato anche il tema dei figli del personale sanitario, che, impegnato nella lotta alla pandemia, è impossibilitato a seguirli. L’operazione svolta a Brescia è stata curata nei minimi dettagli e potrebbe essere un’importante esempio da seguire.
Non tutte le strutture saranno aperte, infatti sono state raccolte le adesioni tra le varie famiglie: gli istituti verranno aperti solo fino all’esaurimento dei posti richiesti.
In un’intervista per il Corriere della Sera, l’assessore alla Salute di Brescia Fabio Capra, ha affermato che “l’obiettivo di questa misura è quello di coprire tutte le zone della città per agevolare gli spostamenti delle famiglie“.
Anche gli insegnanti saranno del tutto nuovi: esse saranno selezionate tra coloro che sono state assunte con contratti a tempo determinato come personale straordinario per fronteggiare l’emergenza ancora in corso.
Quello di Brescia è un esempio molto importante: da questo lunedì, infatti, in molte Regioni d’Italia saranno di nuovo chiuse le scuole e gli studenti ritorneranno a confrontarsi con la tanto discussa didattica a distanza.
In alcune Regioni, tuttavia, resta ancora in vigore la frequenza in presenza garantita per gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali.
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