Il mondo medico ha dato il via libera all’utilizzo degli antinfiammatori per la cura del Covid da casa. Tuttavia, l’avviso è di selezionare accuratamente il farmaco.
In merito alle cure da prestare ai pazienti con sintomi iniziali da covid a casa, si è parlato molto del cosiddetto protocollo Remuzzi. Quest’ultimo, in particolare, prevede prima di conoscere il risultato del tampone, l’utilizzo di farmaci antinfiammatori.
Il protocollo Remuzzi, dunque, si basa sull’idea secondo la quale il covid, manifestandosi con dolori alle articolazioni e febbre, può essere curato con un farmaco che agisca sull’infiammazione stessa. Quelli consigliati, dunque, sono farmaci come:
Soprattutto all’inizio dell’emergenza sanitaria, si è dibattuto sulle eventuali controindicazioni dei Fans nei pazienti con Covid-19. Da alcuni studi, infatti, l’ibuprofene parrebbe aumentare l’espressione del recettore Ace2 a cui virus si lega per riuscire ad entrare all’interno delle cellule. Di conseguenza, la preoccupazione è che, somministrando queste molecole, si potesse determinare un aggravamento dell’infezione.
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In un primo momento, l’OMS aveva sconsigliato l’impiego dei Fans nei pazienti con Covid-19, invertendo successivamente la marcia. L’Agenzia Europea del Farmaco, dal canto suo, ha specificato che non v’è una correlazione tra l’assunzione di Fans e la manifestazione grave della malattia. Quindi, a meno che non se ne faccia un uso smodato, non c’è alcuna controindicazione all’uso degli antinfiammatori.
Secondo Carmelo Scarpignato, farmacologo, gastroenterologo e professore di medicina all’United Campus di Malta, in assenza di farmaci specifici, i pazienti positivi al covid possono trarre benefici grazie alla somministrazione di Fans che presentano 3 proprietà:
Secondo Giustino Varrassi, presidente della Fondazione Paolo Procacci, quella in esame è una polemica sterile.
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L’esperto, infatti, ha spiegato che a sollevare la questione era stato il ministro della Salute della Francia, Olivier Véran, che aveva severamente sconsigliato alle persone affette da covid di assumere antinfiammatori.
“Il Covid tende ad avere una componente infiammatoria altissima che rende difficile immaginare che il paracetamolo sia da preferire a un antinfiammatorio, qualunque esso sia”, ha spiegato Varrassi come si legge su Business Insider.
Tra le cure domiciliari previste per i pazienti affetti da covid in caso di sintomi, l’Aifa ha indicato il paracetamolo o i Fans. Secondo Scarpignato, l’utilizzo dei Fans rispetto al paracetamolo è la scelta più giusta dal momento che quest’ultimo fornisce un’attività antinfiammatoria piuttosto debole.
Solitamente, anche in casi diversi dal covid, il paracetamolo è stato spesso preferito agli antinfiammatori dal momento che è considerato più sicuro sotto diversi punti di vista:
Tuttavia, da studi recenti è emerso che, in sostanza, i rischi riscontrati con il paracetamolo possono essere sovrapposti a quelli registrati con i Fans. Tra questi, il protocollo Remuzzi ha posto l’accento sulla nimesulide, molecola alla base di farmaci come l’Aulin o l’Aspirina. La raccomandazione, però, è di non assumere i due farmaci in maniera combinata.
Come precisa lo stesso Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri, in caso di febbre bisogna sospendere l’impiego della nimesulide. Riguardo a questa molecola, peraltro, Scarpignato ha affermato che si tratta di una molecola con delle caratteristiche ben precise tra cui:
Stando, però, a quanto sappiamo sul covid la nimesulide “non dovrebbe essere considerato un Fans di prima scelta”, ha spiegato Remuzzi.
Di conseguenza, secondo Scarpignato, “è necessario utilizzare molecole, dotate di un intrinseco effetto anti-aggregante piastrinico e di minima tossicità cardiovascolare”.
Queste caratteristiche sono rappresentate in pieno da:
Questi sono appartenenti al medesimo gruppo di farmaci e sono da utilizzare insieme ad un gastroprotettore.
Naturalmente la raccomandazione è sempre quella di sentire un medico prima.
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