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Salute e benessere bambini

Quando fare il tampone ai bambini con le nuove varianti? Risponde l’esperto

Published by
Angela Esposito

Tanti i positivi anche se pochi casi gravi tra i piccoli in seguito alla diffusione delle nuove varianti. Cosa fare e quando ricorrere all’ospedale? Scopriamolo dalle di un esperto: il presidente dei pediatri Alberto Villani.

Sono due i fronti che vanno analizzati:

  • da un lato, sta aumentando il contagio tra i bambini e i ragazzi, sopratutto per via delle nuove varianti,
  • dall’altro il primo studio sui sintomi a lungo termine nei giovani effettuato all’ospedale Gemelli di Roma da marzo a novembre 2020, 129 sono i soggetti di età da 6 a 16 anni.

Lo studio afferma che chi di loro ha contratto il virus ha avuto un sintomo per circa 120 giorni.

Ma la domande sorge spontanea: come si riconoscono e gestiscono in famiglia i sintomi dei più piccolo?

Scopriamo come risponde Alberto Villani, presidente dell’Associazione Nazionale Pediatri.

Nuove varianti: cosa fare quando un bambino ha i sintomi del Covid? Quando fare il tampone?

Villani sostiene che le forme sono lievi e senza sintomi, tranne in casi eccezionali. Dove ci sono sintomi importanti bisogna far ricorso a cure mediche, ma senza preoccupazioni eccessive, poiché il ricovero di pazienti per Covid è un evento straordinario.

Dei 100 mila decessi registrati per Covid, solo 19 sono stati quelli dei soggetti in età evolutiva, e questi ultimi sono affetti da patologie importanti e pregresse.

Il pediatra Villani, durante l’intervista rilasciata alla Stampa, dice che è fondamentale distinguere:

  • bambini di prima infanzia
  • bambini di secondaria infanzia,
  • preadolescenti
  • adolescenti.

Sembra infatti che ci siamo una differenza in termini epidemiologici.

Nella fascia estrema dell’età evolutiva, quella compresa tra i 17 e i 19 anni, si è registrato un incremento dei contagi.  I dati di cui attualmente disponiamo si accostano a quelli della fascia di età tra 13 e 19 anni, basandosi sulla categorizzazione anglossassone dei teen ager. Ma il dottor Alberto Villani, sostiene che ci sia dell’enorme differenza in termini di stili di vita e abitudini.

Circa i sintomi da Sars-CoV-2, il sintomo più facilmente rilevabile è la febbre, ma non tutte le febbri sono manifestazioni di questa infezione. Infatti, vanno analizzati anche i disturbi legati al malessere generale, ovvero i sintomi che abbiamo durante una comune influenza, tra questi:

  • dolori muscolari,
  • ossei
  • mal di testa
  • e disturbi gastrointestinali

Questi sintomi in fase evolutiva di forme Covid sono lievi o di scarsa importanza.

Chiaramente è stata posta la questione sulle varianti e dell’influenza che esse hanno nel contagiare i più piccoli.


LEGGI ANCHE: NUOVE VARIANTI DEL CORONAVIRUS: I DATI DELL’INDAGINE ISS SULLA PREVALENZA 


L’esperto ha risposto che ci possono essere delle situazioni particolari per alcune fasce di età come:

  • la seconda infanzia da 2 a 6 anni.
  • pre-adolescenza da 10 a 14 anni.

Il Covid-19, con le sue varianti, può generare la cosiddetta malattia infiammatoria sistematica – ovvero quella che inizialmente era stata equiparata alla malattia di Kawasaki , malattia molto più seria con sintomi importanti. Quindi il criterio da seguire è basarsi sulla gravità dei sintomi dei bambini. Sulla base di questo i genitori devono decidere se portarli o meno in ospedale.

Tuttavia, va menzionato che questa malattia infiammatoria sistemica colpisce pochissimi soggetti.

Ma quando fare il tampone al bambino se contagiato dalle nuove varianti?

E’ parecchio difficile distinguere se il bambino ha il Covid, l’influenza stagionale o un’altra infezione virale, ma il Dott. Villani spiega che un pediatra, affidandosi alla storia clinica, può fare la diagnosi.


LEGGI ANCHE: BAMBINO DI 4 ANNI HA AVUTO UN INFARTO PER IL COVID:” IL PRIMO CASO AL MONDO” 


Nella fattispecie spiegata dall’esperto, se

  • un bambino ha la febbre per 2-3 gg,
  • con i sintomi sono di tipo influenzale
  • e qualcuno in famiglia è positivo,

chiaramente l’indagine diagnostica va fatta per confermare o escludere che si tratti di infezione da Sars- Cov-2. In questo caso però il pediatra suggerisce di attendere qualche giorno, per avere maggiori certezze, e fare il tampone il terzo o il quarto giorno.

Durante i 2-3 giorni di attesa che si attende l’esito del test si consiglia di:

  • far stare il bambino a casa,
  • idratarlo
  • fargli mangiare verdure
  • somministrare farmaci per contenere febbre se supera i 38.5 gradi e alleviare il malessere generale.

Quando è necessario il ricovero del bambino se contagiato dalle nuove varianti

Angela Esposito

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