Dopo la polemica e la richiesta delle mamme in merito all’apertura delle scuole solo per i “lavoratori essenziali”, arriva la risposta del Ministero: ecco la nota ministeriale.
Nella scorsa settimana, con la definizione dei nuovi colori di alcune Regioni e delle nuove disposizioni previste dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, alcune polemiche sono state sollevate.
Già in precedenza, infatti, aveva fatto discutere la decisione di una grande città italiana di mantenere la didattica in presenza solo per i figli del personale sanitario. Molte mamme, infatti, erano insorte dinnanzi alla proposta di estendere questa scelta a tutto il territorio nazionale, solo per i figli dei “lavoratori essenziali.
Una decisione del genere, infatti, secondo le mamme in protesta, avrebbe creato disparità tra i bambini distinguendo, di fatti, figli di classe A e figli di classe B. Dopo le proteste è finalmente arrivata la risposta del MIUR, comunicata attraverso la diffusione di una nota ministeriale.
Ecco cosa è stato comunicato.
Dopo le proteste, il Ministero dell’Istruzione ha rilasciato una nota che riguarda la didattica in presenza proposta per i soli figli dei “lavoratori essenziali”.
Una precedente nota ministeriale diffusa il 4 Marzo, infatti, il Ministero dell’Istruzione aveva specificato che i figli dei lavoratori del personale sanitario erano autorizzati a frequentare la scuola in presenza. Ma non solo, la didattica in presenza era stata garantita anche ai figli di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione.
Una nuova nota condivisa da Orizzonte SCuola, invece, è stata comunicata a seguito delle proteste delle mamme, a seguito di quanto annunciato il 4 Marzo.
Secondo la nota, che fa riferimento alle prescrizioni dell’art.21 comma 1 del Dpcm, richiama le disposizioni per cui nelle regioni gialle “le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte della popolazione studentesca si avvale della didattica a distanza“.
Circa invece le zone rosse, quelle cioè nelle quali le scuole di ogni ordine e grado, inclusi i servizi educativi dell’infanzia, chiudono e le attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza, viene chiarito che “resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali“.
Dunque, secondo le nuove disposizioni resta salva solo la possibilità di svolgere la didattica in presenza nel caso di uso necessario di laboratori. Salva la didattica in presenza, inoltre, per mantenere l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
La nota ministeriale diffusa dal MIUR ha chiarito che la didattica in presenza verrà garantita solo per le categorie indicate negli articoli 21 e 43 del Dpcm e dunque solo per le categorie sopra menzionate.
Quindi i figli dei lavoratori essenziali dovranno seguire la didattica a distanza.
E voi, Unimamme, eravate a conoscenza di queste nuove disposizioni? Che ne pensate?
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