Uno studio condotto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma ha evidenziato che i casi di pubertà precoce tra i bambini sono aumentati in maniera esponenziale durante il lockdown. Ecco i dettagli della scoperta e a cosa deve fare attenzione un genitore.
La pubertà precoce consiste nella comparsa di segni dello sviluppo puberale in maniera precoce, ossia prima dell’età di 8 anni per le bambine e prima dei 9 anni per i bambini. Questa maturazione sessuale precoce, è considerata abbastanza rara, tanto da avere un’incidenza di 0,1-0,6% della popolazione: in Italia da 1 a 6 nati ogni 1000.
Questi dati sono stati diffusi dall’ospedale Bambino Gesù di Roma che ha condotto uno studio proprio su questo raro fenomeno.
In un bambino colpito da pubertà precoce, il corpo inizia a trasformarsi in adulto troppo presto subendo un’accelerazione sviluppo dei caratteri sessuali e una troppo rapida chiusura delle cartilagini e calcificazione del tessuto osseo. Per effetto di questa rapida crescita, i bambini crescono velocemente in altezza per poi, da adulti, sviluppare un’altezza inferiore alla media.
Lo studio del Bambin Gesù, inoltre, ha evidenziato un aumento dei casi di pubertà precoce durante il lockdown: ecco i risultati della ricerca e a cosa deve fare attenzione un genitore.
Uno studio condotto dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e guidato dal professor Marco Cappa, ha evidenziato un aumento dei casi di pubertà precoce nel 2020 rispetto ai casi registrati l’anno prima, ossia il 2019. Le ricerche sono state condotte, oltre che dal professor Cappa, dal reparto di Endocrinologia della struttura ed è stato pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics.
L’attenzione degli specialisti del Bambino Gesù è stata catturata proprio da questa sproporzione tra i casi registrati nel 2019 rispetto a quelli registrati nell’anno successivo, ossia il 2020. “Nel periodo marzo-settembre 2019 i pazienti che presentavano un anticipo puberale o una pubertà precoce sono stati 93 (87 femmine e 6 maschi); nello stesso periodo del 2020 sono stati rilevati, invece, 224 pazienti (215 femmine e 9 maschi).” afferma il professor Cappa.
Proprio nel periodo più difficile del lockdown, dunque, c’è stato più che un raddoppiamento dei casi, soprattutto tra le bambine. Ma non solo i casi si sono raddoppiati, c’è stato anche un abbassamento dell’età media in cui questo fenomeno ha fatto la sua comparsa nel corpo dei bambini in questione.
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“Per la precisione, nel 2019, l’età media si è attestata per le bambine a 7,51 anni e a 7,97 nei maschi. Nel 2020, invece, le rilevazioni hanno segnato un’età media di 7,33 anni nelle bambine e di 8,14 nei maschi“, ha continuato il ricercatore.
Una volta raccolti questi dati, l’ipotesi degli scienziati è che alla base del fenomeno ci sia stata una combinazione di fattori coincidenti durante il lockdown:
Secondo il professor Cappa, infatti, durante il lockdown ci sarebbero stati dei cambiamenti che hanno influito sul normale timing della crescita.
La ricerca comunque è ancora in essere, in quanto si stanno indagando le cause. I risultati si avranno a breve.
Una volta riconosciuti i sintomi del processo di pubertà precoce in un bambino, si può intervenire attraverso una terapia modulata in base alle esigenze del bambino. I rischi di tale maturazione precoce, infatti, sono collegati all’eccessiva produzione ormonale da parte dei testicoli o delle ovaie, mentre in altri casi a un eccesso di ormoni androgeni da parte delle ghiandole surrenali.
Qualora un bambino presentasse i sintomi di uno sviluppo puberale precoce, è opportuno effettuare una visita pediatrica con l’obiettivo di verificare alcune determinanti:
Le moderne terapie, decise caso per caso, hanno soprattutto l’obiettivo di :
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