Scuole italiane: sono ‘inagibili’ più della metà, l’inchiesta di Legambiente. Cosa bisogna sapere.
La scuola non è sicura e questa volta il Coronavirus non c’entra niente. Il problema di sicurezza riguarda gli edifici e la loro agibilità, i materiali con cui sono stati costruiti e le uscite di emergenza, spesso assenti, insufficienti o inadeguate. Un problema che in Italia dura da anni e nemmeno l’emergenza della pandemia ha portato a un cambiamento di rotta. Molte scuole restano pericolanti, con tutti i rischi per chi le frequenta.
Sulle condizioni degli edifici scolastici è appena uscita un’inchiesta di Legambiente che fa il punto sulla situazione in Italia. Un quadro sconfortante, purtroppo. Ecco cosa bisogna sapere.
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Il fatto che numerosi edifici scolastici italiani abbiano bisogno di interventi per la messa in sicurezza è un problema di vecchia data. Ora una indagine di Legambiente, “Ecosistema Scuola 2021“, ha messo nero su bianco i numeri di questa situazione, pubblicando una fotografia preoccupante della nostra edilizia scolastica. La pandemia l’ha evidenziata ulteriormente, nelle difficoltà di trovare spazi adeguati a garantire il distanziamento tra gli studenti.
L’indagine di Legambiente riguarda dati del 2019 ed è stata condotta su un campione di 6.156 edifici scolastici in 87 comuni capoluogo di provincia, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti. I problemi emersi sono i seguenti:
Inoltre, non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici (in gran parte al Nord Italia) di quelli oggetto d’indagine, frequentati ogni giorno da 28.500 studenti.
Si tratta di problemi molto seri sulla stabilità e sicurezza degli edifici scolastici e anche sulla loro efficienza energetica. A questi s aggiungono quelli relativi ai servizi. La metà delle scuole prese in esame non ha servizi per lo sport, mentre soltanto il 55% ha la mensa scolastica.
Questi dati sono le medie nazionali di situazioni che cambiano molto da territorio a territorio e che ancora una volta evidenziano un forte divario tra Nord, Centro, Sud e Isole del Paese. Differenze che sono ancora le stesse in vent’anni di indagini da parte di Legambiente.
Il problema che sta a monte delle condizioni dell’edilizia scolastica in Italia è anche e soprattutto quello della gestione dei fondi per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico degli edifici, il loro ammodernamento e la realizzazione di nuovi servizi.
Infatti, anche quando i soldi ci sono e vengono stanziati il rischio che accade di frequente è quello del mancato o inadeguato utilizzo. In questo modo gli interventi programmati non vengono realizzati. Legambeinte, infatti, ha scoperto con la sua indagine che meno della metà dei progetti finanziati per l’edilizia scolastica è stato concluso in sette anni. Dal 2014 al 2020, su 6.547 progetti previsti, 4.601 sono stati finanziati e solo 2.121 portati a termine. Questi numeri testimoniano le difficoltà incontrate dagli enti locali, sottolinea Legambiente. Purtroppo, tra stanziato e finanziato ci sono passaggi in cui si “perde” ogni volta circa un miliardo di euro.
Una situazione inaccettabile e insostenibile, a maggior ragione ora che stanno per arrivare i fondi del Recovery Plan stanziati dall’Unione Europea. Fondi che vanno utilizzati al meglio. L’ultima versione del Piano nazionale prevede 6,8 miliardi di euro per l’edilizia scolastica. Si tratta di risorse importanti, sottolinea Legambiente, che rischiano di non portare ai risultati auspicati e necessari, per i problemi indicati di cattivo utilizzo o inutilizzo dei fondi.
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Per questo motivo la pianificazione per il finanziamento dei progetti va attentamente studiata. A questo scopo, Legmabiente ha rivolto un appello al nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, affinché le scuole diventino protagoniste della transizione ecologica. Vanessa Pallucchi, vicepresidente di Legambiente, ha dichiarato: “L’edilizia scolastica e i servizi che girano intorno all’ecosistema scuola devono essere ripensati e rilanciati in una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale. Sono le gambe su cui poggerà la possibilità di successo ed efficacia della transizione ecologica, che ha fra i suoi obiettivi principali il superamento della povertà educativa“. Un tema di stretta attualità, da anni denunciato dalle associazioni a tutela dell’infanzia e adolescenza e è l’obiettivo annunciato pochi giorni fa anche dal ministro dell’Istruzione Bianchi
Per Legambiente il duplice obiettivo della transizione ecologica e del superamento della povertà educativa va realizzato con processi di riqualificazione energetica partecipata degli edifici e inaugurando una generazione di 100 scuole sostenibili e innovative costruite secondo i criteri della bioedilizia, aperte anche in orario extrascolastico, da realizzarsi nelle “periferie sociali” del Paese.
In primo luogo, secondo Legambiente, occorre mappare i bisogni attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, quindi bisogna programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire proprio dall’efficientamento energetico e dalla messa in sicurezza.
È necessario, poi, ripensare i servizi pubblici a disposizione delle scuole. L’obiettivo è quello di realizzare interventi per superare le tante tante forme di disuguaglianza e povertà educativa che la pandemia ha messo in luce. Esistono enormi divari tra le aree geografiche del Paese nell’utilizzo della mobilità pubblica e sostenibile, così come nella fruizione delle aree verdi. Legambiente, infine, sollecita lo sviluppo di forme di mobilità alternativa, come il pedibus e il servizio di bicibus, ancora troppo scarsi.
Il rapporto di Legambiente “Ecosistema Scuola 2021”: www.lanuovaecologia.it/scuola-il-29-degli-edifici-ha-bisogno-di-interventi-urgenti
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