Durante il lockdown si è registrato l’aumento di un fenomeno che riguarda, in modo particolare, i giovani, ne parlano le forze dell’ordine: le risse tra ragazzi.
Unimamme, tra i vari nuovi fenomeni registrati a seguito del loockdown e che riguarda, in modo particolare, i giovani, ce n’è uno alquanto preoccupante.
Ragazzi in lockdown: perché tante risse?
In diverse città sono state segnalate delle maxi risse tra ragazzi.
Nei mesi scorsi, a Roma, si sono dati appuntamento al Pincio in 400, poi nel Nord Italia si sono picchiati 700 ragazzi.
Anche a Napoli si sono segnalati fenomeni simili. Ne parla su La Stampa, il generale Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli.
“Nel 2020 sono stati 286 i minori denunciati e 110 i minori arrestati” spiega il comandante aggiungendo che quando vengono colti dalle forze dell’ordine i ragazzi spiegano di non sapere che stavano commettendo un reato.
La psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi aggiunge: “ la violenza tra i giovani, gli scontri tra gang sono un qualcosa che è già prima della pandemia. I responsabili, oltre alle famiglie disfunzionali, oltre ai mille disagi e stimolazioni negative che ricevono i ragazzi sempre attaccati al web, ci sono anche certe serie televisive, certi film, certi modelli di comportamento legati al mondo dello spettacolo”.
Secondo lei tutti questi instillano nei ragazzi il desiderio di trasgredire ottenendo visibilità.
LEGGI ANCHE: LOCKDOWN: è ALLARME PER GLI EFFETTI SUGLI ADOLESCENTI MASCHI
Questi modelli sono stati smascherati dal lockdown.
Il tenente colonnello Francesco Novi, comandante dei carabinieri di Torre Annunziata ricorda invece la maxi rissa avvenuta alla vigilia di Natale a Ercolano, in provincia di Napoli.
A un certo orario i ragazzi hanno iniziato a picchiarsi con calci, pugni e, in qualche caso, anche con delle bottiglie.
La psicologa Maria Rita Parsi cita anche il problema degli hikikomori, dell’internet addiction (la dipendenza da internet), poi c’è anche la dad che certo non ha giovato.
Secondo lei non ci dobbiamo stupire quindi che i più fragili, quelli che vivono un forte disagio, si dedichino a simili attività.
Un ragazzo testimone della rissa a Gallarate commenta: “secondo me è il Covid a scatenare queste cose, a stare a casa mi prende il nervoso“.
Un’altra ragazza aggiunge: “é normale che a stare chiuso dentro casa diventi violento”.
Il Procuratore della Repubblica Trubunale dei minori di Milan, Ciro Cascone, in merito a una maxi rissa svoltasi a Gallarate, in provincia di Varese, commenta che questi fenomeni sono amplificati dalla situazione contingente, dalle restrizioni, dalle chiusure a singhiozzo delle scuole, degli oratori, delle palestre, delle attività sportive.
Il Procuratore Cascone sottolinea anche che molti ragazzi, superficialmente, valutano la possibilità di comparire in modo virale sui social tramite questi eventi, per poter poi dire, io c’ero.
Sempre il Procuratore Cascone riflette sull’aumento di questi casi e, soprattutto, della mancanza di alternative.
La psicoterapeuta Parsi caldeggia l’aumento di formatori, di famiglia e scuola e anche degli operatori della comunicazione.
Unimamme, voi cosa ne pensate?