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Scuola

Scuola chiuse: la Nota Ministeriale per alunni BES e con disabilità

Published by
Angela Esposito

Ecco la nota ministeriale che chiarisce alcuni aspetti sulla didattica in presenza per alunni Bes e con disabilità, in seguito al nuovo decreto ministeriale che ha di fatto chiuso le scuole. Scopriamo insieme di cosa si tratta

Photo by Phil Walter on Getty Images

Il Ministero dell’Istruzione invia una nota che chiarisce alcuni aspetti su alunni con disabilità e bisogni educativi.

Di seguito vi riportiamo quanto scritto nella Nota Ministeriale, al fine di dare delle delucidazioni sulla questione in merito.

Sappiamo bene che la DAD ha creato innumerevoli polemiche, sfociando anche nelle proteste.


LEGGI ANCHE: SCUOLA, DOPO LE PROTESTE ARRIVA LA RISPOSTA DEL MINSTERO: ECCO LA NOTA MINISTERIALE 


Oggi però ci concentriamo su una categoria protetta, sicuramente quella che ne soffre di più: gli alunni BES e con disabilità.

La nota Ministeriale per alunni Bes e con disabilità

(Photo by Diana Bagnoli/Getty Images)

La nota Ministeriale dichiara che :

Al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola“.

Inoltre, inerente alla modalità di svolgimento della didattica, menziona la possibilità di andare a scuola insieme ad alcuni compagni di classe.

L’obiettivo è di rispondere ai loro bisogni educativi.

Vi riportiamo quanto detto:

I bambini disabili non solo potranno continuare ad andare a scuola e a vivere la didattica in presenza, ma potranno farlo insieme ad alcuni compagni di classe. L’ipotesi infatti di vedere alunni disabili, e con bisogni educativi speciali, da soli in presenza con il resto della classe a distanza su uno schermo non solo non è minimamente accostabile all’idea che abbiamo di inclusione, ma soprattutto non piace né alle famiglie né alle tante associazioni di categoria”.

Angela Esposito

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