Un bambino indisciplinato durante la didattica a distanza riceve una punizione particolare.
Unimamme, dopo un anno i nostri bambini si trovano ancora in dad, tra lo sconforto generale e le oggettive difficoltà ancora persistenti.
Oggi vi parliamo di una vicenda che magari potrebbe essere capitata ad altri bambini in questa situazione.
Il piccolo protagonista di questa vicenda è piemontese, ma frequenta una scuola in Lombardia dal momento che vive vicino al confine.
Durante le videolezioni il bimbo, che è in quarta elementare e ha 9 anni, disturbava gli altri alunni, facendo linguacce, ecc…
Così, il suo insegnante, ha deciso di espellerlo dalla lezione, di chiuderlo letteralmente “fuori” dall’aula virtuale impedendogli di tornare nuovamente.
Il bimbo era a casa insieme al papà che però in quel momento era anche lui impegnato in smartworking e alle prese con una riunione.
Per 10 minuti infatti lo studente ha provato a rientrare nell’aula, ma accortosi che l’accesso gli era precluso è scoppiato a piangere e si è rivolto al padre.
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A quel punto il padre ha chiesto spiegazioni al docente per chiarire la situazione, l’insegnante ha quindi momentaneamente riammesso il padre per pochissimo tempo, per poi chiuderli di nuovo fuori.
La famiglia del bimbo si è allora rivolta alla Fondazione Carolina e ha anche segnalato l’accaduto al dirigente scolastico dell’istituto del bimbo.
Ivano Zoppi, segretario della Fondazione, commenta su Repubblica: “il punto non è la punizione più o meno severa per un comportamento che può essere stato un disturbo durante la lezione. Ma il fatto che sbattere fuori dalla lezione un bambino in dad equivale a mettere quel bambino fuori dal cancello della scuola, non fuori dalla classe dove probabilmente, nella scuola reale, ci sarebbe stata almeno una bidella a tenerlo d’occhio”.
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Il segretario della Fondazione ha aggiunto che il genitore si è rivolto a loro per ricevere sostegno. Zoppi sottolinea che l’evento è un segnale forte che le cose non stanno andando come dovrebbero, che c’è molta stanchezza diffusa.
Inoltre, in quel caso, è come se il bambino fosse stato estromesso dalla scuola, “buttato in mezzo a una strada”.
Zorzi evidenzia che ora i professori devono lavorare anche più di prima e infine lui auspica di cogliere l’opportunità per “ripensare la didattica in questa situazione complicata”.
Unimamme, voi cosa ne pensate di quanto accaduto?
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