Covid nei bambini: ecco perché reagiscono meglio al virus. La scoperta da uno studio del Bambino Gesù.
Generalmente i bambini sono meno soggetti alle infezioni da Coronavirus e anche quando vengono contagiati sviluppano raramente la malattia oppure hanno pochi sintomi.
Questo almeno accadeva prima della diffusione della variante inglese, che invece ha reso il virus più contagioso proprio tra i bambini in età scolare, per fortuna senza malattia grave.
Comunque, i ricercatori già un anno fa avevano iniziato a studiare gli effetti del nuovo Coronavirus Sars-Cov-2 nei bambini e le conseguenze della malattia Covid-19 su di loro. In particolare, uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, condotto nell’estate del 2020, ha indagato sulle cause della migliore reazione dei bambini all’infezione. I ricercatori hanno analizzato le caratteristiche del sistema immunitario dei piccoli pazienti e hanno fatto delle scoperte molto interessanti che possono rappresentare un punto di svolta nel trattamento dell’infezione. Ecco di cosa si tratta.
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Covid nei bambini: perché reagiscono meglio al virus
Lo studio scientifico del Bambino Gesù sul sistema immunitario dei bambini e ragazzi affetti da Coronavirus è stato realizzato insieme all’Università di Padova e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell Reports.
La ricerca ha preso in esame 66 pazienti di età compresa tra 1 e 15 anni, ricoverati nel Centro Covid del Bambino Gesù di Palidoro nell’estate del 2020. La ricerca è stata promossa dal gruppo di studio “CACTUS – Immunological studies in children affected by COVID and acute diseases“, creato dai medici e ricercatori del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero del Bambino Gesù durante lo scoppio dell’emergenza sanitaria.
I bambini esaminati nello studio erano in maggior parte paucisintomatici (con pochi sintomi) all’inizio dell’infezione e già una settimana dopo risultavano asintomatici e clinicamente guariti.
I ricercatori hanno analizzato i loro dati clinici per capire le ragioni di un decorso così veloce e della presenza di sintomi lievi. Hanno anche indagato il motivo per cui alcuni bambini riescono a neutralizzare il virus prima di altri.
Per la prima volta lo studio del Bambino Gesù ha scoperto le caratteristiche immunologiche dei bambini che reagiscono meglio all’infezione da nuovo Coronavirus.
Va precisato che nello studio non sono stati inseriti quei pazienti con infezione grave e che avevano sviluppato la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C).
Covid nei bambini: riescono a neutralizzare il virus dopo una settimana
Nelle indagini di laboratorio, gli studiosi hanno scoperto che i bambini che erano riusciti a neutralizzare il virus già dopo una settimana dall’infezione avevano un profilo immunologico con una grande quantità di linfociti T e B specifici contro il virus Sars-CoV-2. Questi linfociti si riproducono velocemente una volta entrati in contatto con l’agente patogeno e sono in grado di produrre un gran numero anticorpi neutralizzanti.
I bambini con queste caratteristiche immunologiche già dopo una settimana dalla positività al virus avevano una carica virale bassissima. Questa condizione annullava di fatto la loro capacità infettiva, ovvero la possibilità di contagiare altre persone, anche nel caso in cui risultassero ancora positivi al tampone.
I ricercatori hanno anche evidenziato che la presenza di i linfociti T e B specifici contro il Coronavirus appare correlata all’esposizione dei bambini ad altri virus stagionali. Questo significa che i bambini con maggiori probabilità di sconfiggere rapidamente il virus Sars-CoV-2 erano quelli che erano già stati contagiati da un elevato numero di virus influenzali nella loro storia clinica.
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Le due immagini sopra mostrano la carica virale del coronavirus Sars-CoV-2 sull’asse delle ordinate e il tempo su quelle delle ascisse.
La prima immagine in alto mostra come una maggiore presenza di anticorpi neutralizzanti porti a una carica virale bassissima dopo una sola settimana.
La seconda immagine sotto mostra come a un numero basso di anticorpi neutralizzanti corrisponda una maggiore carica virale, a parità di tempo.
I bambini sono poco contagiosi dopo poco tempo: le strategie terapeutiche per il futuro
Le scoperte dello studio sulla maggiore presenza di linfociti T e B nei bambini, che avevano neutralizzato prima il Coronavirus, sono molto importanti per lo sviluppo di strategie terapeutiche migliori e mirate:
- adottare quarantene personalizzate e ridotte per i bambini che guariscono prima
- verificare l’efficacia delle vaccinazioni.
Infatti, stabilire le misure di intervento sulla base del profilo immunologico del bambini, e non solo sulla loro positività al tampone, potrebbe portare all’introduzione di periodi di isolamento personalizzati che potrebbero anticipare il rientro a scuola. Infatti, se i bambini con molti anticorpi guariscono prima, e hanno una carica virale molto bassa già una settimana dopo la diagnosi dell’infezione, potrebbero tornare subito a scuola, perché anche in caso di tampone positivo comunque non sarebbero contagiosi per gli altri.
Un altro importante vantaggio della conoscenza del profilo immunologico del paziente riguarda l’applicazione delle terapie. Ad esempio, nei casi più gravi di Covid, conoscendo le caratteristiche del sistema immunitario del paziente, si potrà intervenire prima e con farmaci più mirati, come in futuro potrà accadere con l’uso degli anticorpi monoclonali. In questo modo si avrà un’arma in più per sconfiggere la malattia e con risultati migliori.
Per informazioni sullo studio del Bambino Gesù: www.ospedalebambinogesu.it/covid-ecco-come-i-bambini-neutralizzano-il-virus#.YFDUXUTck0M
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Che ne pensate unimamme di questo studio? Aiuterà a sconfiggere il Covid?