Il 30 maggio è l’onomastico di chi si chiama Giovanna. Scopriamo il significato del nome e la vita della santa ricordata oggi.
Il nome, molto diffuso in Italia, deriva dall’ebraico “Dio ha avuto misericordia” o anche “dono del Signore”.
Chi porta questo nome è una persona gentile e simpatica, ma molto testarda.
Varianti del nome:
Simboli associati al nome sono:
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I 30 maggio, si festeggia Santa Giovanna d’Arco, eroian nazionale francese conosciuta anche come la Pulzella di Orleans.
Giovanna nasce a Domremy il 6 gennaio del 1412 da Jacques Darc e Isabelle Romée, contadini della Lorena.
È una bimba devota e, nonostante la sua giovane età, visita e conforta i malati. Spesso offre il proprio letto ai senzatetto dormendo per terra, vicino al camino.
All’età di tredici anni inizia a sentire voci celestiali spesso accompagnate da un bagliore e da visioni dell’Arcangelo Michele, di Santa Caterina e di Santa Margherita. La prima volta che sente queste voci Giovanna è nel giardino della casa paterna e anche se sorpresa e impaurita di quanto accadutole decide di consacrarsi a Dio facendo voto di castità.
Nell’estate del 1428, a causa della guerra che oppone il regno di Francia al regno d’Inghilterra ed alla Borgogna, la sua famiglia fugge per sottrarsi alle devastazioni provocate dalle truppe.
All’inizio del 1429, gli inglesi stanno per occupare Orlèans, a nord della Loira, Giovanna, spinta dalle voci, corre in aiuto di Carlo, Delfino di Francia e futuro Re.
I genitori intuite le sue volontà la danno sposa a un giovane ma Giovanna rifiuta e finisce anche davanti al tribunale episcopale citata dal promesso sposo ma il tribunale le dà ragione.
Vinte anche le ostilità dei genitori Giovanna parte per la sua missione recandosi a Vaucouleurs dove lo zio Durand Laxart, riesce a farle incontrare il capitano della piazzaforte, Robert de Baudricourt, che subito la rimanda a casa definendola una povera folle. Giovanna, ostinata, si reca altre due volte presso il capitano di Vaucouleurs e questi, forse spinto dal consenso che Giovanna riesce a raccoglier sia dal popolo che dai suoi uomini, cambia idea e le affida (dopo averla sottoposta ad una sorta di esorcismo da parte di un curato del luogo) una scorta per accompagnarla dal Re come da lei chiesto.
Giovanna parte da Vaucouleurs diretta a Chinon, accompagnata da un manipolo guidato da un corriere reale, Colet de Vienne. Giunta davanti a Carlo VII, dopo due giorni di attesa nella sala del castello, davanti a circa trecento nobili Giovanna si avvicina al re e in ginocchio gli dice di essere stata inviata da Dio per aiutare lui e il suo Regno. Carlo, scettico riguardo a quanto detto dalla ragazza, la sottopone a un esame di fede facendola ascoltare da alcuni ecclesiastici tra i quali il vescovo di Castres.
Dopo le rassicurazioni sulla ragazza il Re la manda a Poitiers dove subisce un esame più approfondito durato circa tre settimane, durante il quale la interrogano diversi teologi. Solo dopo l’approvazione sul suo conto Carlo le affida un intendente, Jean d’Aulon, nonché l’incarico di “accompagnare” una spedizione militare in soccorso di Orléans assediata, mettendo così nelle sue mani le sorti della Francia.
Giovanna inizia quindi la sua vera missione, trascinando le truppe francesi con il suo esempio e imponendo uno stile di vita rigoroso e quasi monastico:
In questo modo instaura un rapporto di reciproca fiducia tra la popolazione civile ed i suoi difensori. Soldati e capitani, contagiati dal carisma di Giovanna, sostenuti dalla popolazione di Orléans, si preparano alla riscossa.
Giovanna diventa ben presto una figura centrale nelle armate francesi, vestita da soldato, impugnando spada e bandiera bianca con raffigurato Dio benedicente il fiordaliso francese ed ai lati gli Arcangeli Michele e Gabriele, ormai conosciuta da tutti come Giovanna la Pulzella raccoglie un gran numero di volontari da tutto il regno e guida le truppe in battaglia contro gli inglesi, giunti ad Orléans, nella Francia centrale.
Giovanna, forte della protezione divina, dopo molte difficoltà e diffidenze, vince e libera Orléans ove entra acclamata dal popolo a gran festa. La nazione risorge, nel popolo torna la speranza ed il nome della giovane guerriera corre di bocca in bocca. Fa incoronare il Re nella città di Reims ed essa stessa viene nominata Contessa del giglio.
Riprende poi le armi e parte verso Parigi dove vince ancora e ancora fino a quando però, dopo un’aspra e infelice battaglia, a Compiègne, Giovanna, tradita dai generali invidiosi, cade nelle mani dei nemici. Ha solo 18 anni e le vendette e le ingiurie a cui è sottoposta sono davvero numerose.
È condannata a essere arsa viva come “eretica, recidiva, apostata e idolatra”.
Abbandonata da tutti e assistita solo da un religioso, Giovanna sale sul patibolo baciando il Crocifisso. Le fiamme che la avvolgono pongono fine alle sue sofferenze. È il 30 maggio 1431.
Alla fine del rogo del corpo della Pulzella rimasero solo le ceneri, il cuore e qualche frammento osseo.
Secondo le testimonianze del tempo,il cuore di Giovanna non fu consumato nel rogo e, per quanto zolfo, olio o carbone il carnefice vi mettesse, non accennava ad ardere. I resti del rogo furono quindi caricati su un carro e buttati nella Senna, per ordine del conte di Warwick.
Il papa Benedetto XV, il 18 aprile 1919, la consacra Beate e il 16 maggio 1920 lo stesso Papa la dichiara santa.
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