La morte di Manuel Vallicella è stata un fulmine a ciel sereno. La tristezza è infinita, perché la storia di questo giovane ragazzo volato in cielo troppo presto merita un giusto approfondimento.
Manuel Vallicella ha destabilizzato tutti con la sua morte, sia che si tratti di fan che di persone che non lo conoscevano. Fin dagli inizi nel dating show più famoso, Uomini e Donne, ha dimostrato di avere un cuore d’oro, ed una sensibilità che solo pochi hanno. Ad oggi, non possiamo non parlarvi di lui e del legame con la mamma. Salta fuori un messaggio che molti avevano dimenticato, ma che è importante mettere in evidenza per quanto comunica.
Il trentacinquenne tatuatore era amatissimo per il suo modo di fare pacato e delicato, nonostante i pregiudizi che possano essere associati ad un uomo tatuato dalla testa ai piedi. Questa storia dimostra ancora una volta che un libro non va mai giudicato dalla copertina, e che non è un tatuaggio sul viso a fare la persona.
La sua bontà d’animo verrà ricordata, non passerà inosservato il messaggio di dolore che riporta a quello che è stato il malessere che lo ha colpito.
Il giovane tatuatore Manuel Vallicella è stato molto amato a Uomini e Donne, soprattutto perché legato ad un volto conosciuto dai fan e seguito sul web, Ludovica Valli. La loro storia d’amore non è andata a buon fine, nonostante sembrassero molto unito. Dalla fine del programma al tragico evento ne sono cambiate di cose, e la morte della mamma lo ha devastato.
Quando la mamma di Manuel è morta da guerriera, a causa del male che stava combattendo, il tatuatore è caduto nello sconforto più totale. Disperazione incontenibile che assume dei tratti patologici, la depressione ha mille facce, e non è mai uno scherzo.
Agli occhi del mondo sembrava solare e felice, ma dentro aveva un vuoto che non sarebbe mai stato colmato del tutto. La mamma era tutto ciò che aveva dopo che il padre violento li aveva abbandonati. Erano un duo formidabile, e questo è da sempre venuto fuori in trasmissione.
Infatti, il messaggio di cui stiamo parlando è stato un grido d’aiuto: “O vado avanti o muoio anch’io. E ho deciso di vivere, per rispetto di chi non può più farlo […] Cado nello sconforto ogni giorno, ma poi penso alle persone che mi vogliono bene davvero e questo mi aiuta.”
Insomma, sono state parole forti, ma soprattutto un segnale d’allarme, perché la depressione è una patologia così complicata che può essere silenziosa e letale al tempo stesso. Mai sottovalutarla, aiutare chi ne soffre standogli accanto può salvare delle vite.
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