Una stangata non indifferente per gli italiani: si parla di 2000 euro l’anno, incredibile; ecco cosa cambierà nel 2023.
Un momento storico decisamente delicato, questo, per gli italiani. Gran parte delle famiglie del nostro Paese stanno facendo molta difficoltà ad affrontare le spese mensili, tra aumento dei prezzi e caro bollette. Cosa cambierà con l’arrivo dell’anno nuovo?
Diversi bonus e aiuti sono stati già annunciati dalla nuova manovra, la prima del governo Meloni, ma per alcune famiglie nello specifico potrebbe arrivare una brutta notizia, proprio a partire da gennaio 2023. Il rischio è che si dovrà affrontare una spesa di circa 125 euro in più al mese che equivale a ben 2000 euro in più all’anno. Scopriamo di cosa si tratta e chi sarà interessato da questa spiacevole novità.
A causa dell’adeguamento automatico delle retribuzioni all’inflazione, che potrebbe scattare in mancanza di accordo tra associazioni datoriali e sindacati, moltissime famiglie italiane potrebbero ritrovarsi a pagare oltre il 9% in più per l’aiuto domestico. Parliamo, nello specifico, della famiglie datrici di lavoro di badanti, colf e babysitter.
Un rischio allarmante, come è stato fatto notare dalla Fidaldo, la Federazione italiana del lavoro domestico, che rappresenterebbe una vera a propria stangata per diverse famiglie italiane. Secondo quanto calcolato dalla Federazione, l’aumento corrisponderebbe a circa 125 euro in più al mese, che, a fine anno, arriverebbero a circa 2 mila euro in più. Un aumento decisamente notevole, che potrebbe scattare in mancanza di accordo sindacale, che la Fidaldo si augura si possa trovare: “L’auspicio è che attraverso un confronto con le parti sociali si possa arrivare ad uno scaglionamento nel tempo di questi incrementi che peseranno sui budget familiari, già gravati dall’aumento del prezzo del gas e delle bollette”.
Una situazione che, inevitabilmente, potrebbe portare a diverse conseguenze. La prima è quella della riduzione delle ore di lavoro delle assistenti familiari, ma non solo: c’è anche la possibilità che vengano dichiarate meno ore di quelle effettive con un incremento del lavoro sommerso, il cosiddetto ‘lavoro a nero’. Ma c’è di più. Come ha sottolineato Andrea Zini, il presidente della Assindatcolf, le donne potrebbero addirittura decidere di lasciare il proprio lavoro e tornare a casa, rinunciando alla colf o alla badante: “Diventa conveniente, a fronte di un lavoro a basso salario e della possiblità di avere la Naspi o assegni unici più consistenti, non affrontare la spesa del lavoro domestico”.
Non ci resta che attendere le prossime settimane per saperne di più e per scoprire come si evolverà la situazione, augurandoci che l’accordo sarà trovato, affinché, in un periodo già critico, molte famiglie non debbano ritrovarsi ad affrontare anche quest’altro ostacolo.
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