Se anche tu sei una mamma lavoratrice, allora devi assolutamente sapere questo: è un tuo diritto e non puoi rinunciarci.
Carissimi lettori di Universomamma, i tempi belli di una volta sono terminati! Coi tempi che corrono, il rincaro bollette che rende la vita impossibile a tantissime famiglie, l’aumento delle spese a fine mese e il rialzo dello stile di vita, è praticamente impensabile che possa lavorare solo l’uomo e che la donna resti a casa. I costi, come dicevamo, sono aumentati tantissimi. Ed è sempre bene avere in casa un doppio stipendio.
Se anche tu sei una mamma lavoratrice, non puoi assolutamente perderti quello che stiamo per dirti. Molto probabilmente, in tantissime già conoscono quello su cui vogliamo porre attenzione nelle prossime righe, ma la nostra intenzione è quella di arrivare a più donne possibili in modo che tutte conoscano il diritto di cui potranno godere durante la gravidanza.
Anche tu hai appena scoperto di essere incinta ma la tua unica ‘preoccupazione’ è il lavoro? Beh, non pensarci affatto! L’avvocato del lavoro Francesca Claudia Scotti ha raccontato a Nostro Figlio tutte le tutele che lo stato ha messo a disposizione per te. Da questo momento in poi, quindi, non pensare che se sei mamma, perdi automaticamente il lavoro. Di seguito, infatti, ti diremo come sia possibile svolgere il tuo ruolo di madre continuando a svolgere la tua professione.
Se sei una mamma lavoratrice non perderti questo tuo diritto!
Appurato che la legge italiana non offre la possibilità al datore di lavoro di licenziare una sua dipendente dall’inizio della gravidanza fino ad un anno del bambino, non resta che capire come si deve procedere in questa situazione. E, soprattutto, in che cosa consiste il congedo maternità, ovvero quel periodo che garantisce alla donna ‘l’abbandono’ del posto di lavoro per circa 5 mesi. Due mesi prima della nascita del piccolo fino a tre mesi dopo, quindi, la neo mamma è obbligata a non lavorare non ricorrendo in alcuna situazione ‘pericolosa’ per il suo futuro professionale.
Chi è una lavoratrice autonoma, dipendente del settore privato e regolarmente iscritta alla Gestione separata Inps è obbligata a richiedere il congedo di maternità, che equivale all’80% o al 100% dell’ultimo stipendio. Detto questo, non ci resta che capire come si può fare domanda e, soprattutto, quando presentarla.
Come e quando si presenta la domanda?
Per far partire la pratica di congedo e ricevere l’indennità, si può procedere così:
- Rivolgersi ad un patronato qualsiasi della propria città o proprio comune di appartenenza;
- Recarsi sul sito dell’INPS ed accedere ai suoi servizi online;
- Mettersi in contatto col Contact Center integrato reperibile sul sito dell’Istituto previdenziale.
La domanda, ovviamente, deve essere inoltrata prima dell’inizio del congedo di maternità. E la mamma lavoratrice, infine, deve comunicare la nascita del suo bambino e delle sue generalità non oltre i 30 giorni dal parto con le stesse modalità indicate poco fa.
Le ‘sorprese’, però, non sono finite qui. La legge italiana, infatti, prevede due permessi di circa un’ora l’uno per l’allattamento. E, sia per la mamma che per il papà, congedo per malattia.
Lo sapevate?