Avete mai messo in punizione il vostro bambino? Scopriamo insieme se è giusto adottare questo comportamento.
Se, come raccontato in un nostro recentissimo articolo, è importante educare i nostri bambini ed insegnare loro quale sia l’atteggiamento corretto da mettere in pratica con tutti gli altri, è altrettanto fondamentale capire se è giusto mettere il proprio figlio in punizione quando fa qualcosa di sbagliato. Siete curiosi di saperne anche voi di più?
Carissimi genitori, questa domanda va proprio a voi: quante volte vi è capitato di essere stati costretti a mettere in punizione il vostro bambino? Magari, anche voi – quando siete stati figli – avete provato questa sensazione e, col senno di poi, l’avete ritenuta giusta e corretta? Forse non tutti lo immaginano, ma adottare un atteggiamento del genere è fortemente dannoso nei confronti del bambino. A spiegare ogni cosa, è stata la pedagogista Elena Ravazzolo su Uppa.
Come sottolinea l’esperta, quindi, mettere il bambino in punizione quando, a detta dei genitori, compie qualcosa di sbagliato, non è affatto una cosa giusta. In questo modo, infatti, non solo non si fa chiaramente comprendere il proprio punto di vista, ma si ‘influenza’ il bambino a compiere quello che è giusto solo per il genitore. Che cosa bisogna fare, quindi, quando il piccolo compie qualcosa che non dovrebbe assolutamente fare?
Al posto di metterlo in punizione, cosa si può fare con un bambino disobbediente?
Così come l’inappetenza, anche la disobbedienza o il commettere qualcosa che per gli adulti è sbagliato, è tra gli atteggiamenti che ciascun bambino mette in pratica naturalmente. Appurato, quindi, che è una cosa del tutto normale e che non si può assolutamente ‘prevenire’ o evitare, bisogna capire come fare per poter fare capire loro che non è corretto fare ciò che hanno appena fatto. In tantissimi sono soliti farlo con una punizione o un castigo, ma è davvero questa la strada giusta da intraprendere? Come dicevamo, assolutamente no!
Secondo la pedagogista Elena Ravazzolo, l’atteggiamento da adottare nei confronti di un bambino disobbediente è il dialogo. A nulla, quindi, servono punizioni, castighi, minacce, sculacciate e molto altro ancora, ma solo una buona dose di comunicazione. Prima ancora di poter intraprendere un’attività, infatti, è necessario che il bambino sappia dal suo genitore non solo come funziona, ma anche quali sono i pericoli a cui potrebbe andare incontro. Qualora, poi, l’atteggiamento disobbediente dovesse continuare, ancora una volta la mamma o il papà devono fargli capire, in modo più dolce possibile, perché è sbagliato compiere una determinata cosa anziché un’altra.
Insomma, un vero e proprio gioco da ragazzi?
E se ad essere disobbedienti sono i più piccoli?
Fin quando si tratta di bambini con un’età superiore ai cinque anni, il dialogo è alla base di tutto. Quando, però, si tratta di neonati che, magari, stanno appena scoprendo il mondo, cosa occorre fare? Il primo consiglio da dover mettere in pratica, come sottolinea anche la pedagogista, è di predisporre l’ambiente circostante. Tante volte un neonato o i bambini d’età inferiore ai 2 anni, sono soliti lanciare gli oggetti per ‘studiarli’ o toccare tutto ciò che li circonda. È proprio per questo motivo che l’esperta Ravazzolo spiega quanto sia importante farglielo fare, ma con oggetti di poco conto. Anziché, quindi, mettere alla loro portata oggetti di vetro, di ceramica o pericolosi, fategli trovare cesti ricolmi di mollette, di palline o di qualcosa di molto simile.
Qualora aveste anche voi l’abitudine di mettere in punizione i più piccoli, ci auguriamo che con questo nostro articolo non la prendiate proprio più in considerazione.