Tante donne hanno sofferto di incontinenza urinaria dopo il parto, ma scopriamo insieme che cosa occorre fare se dura oltre una settimana.
Se la gravidanza varia di donna in donna, anche il post parto non è affatto da meno. Sebbene, però, ogni neomamma ha la possibilità di vivere questo momento della sua vita a proprio modo, non si può fare a meno di notare quali sono quei punti che l’accomunano a tutte le altre. L’incontinenza urinaria, ad esempio, è tra questi.
Sono tantissimi quegli inconvenienti con cui la donna deve avere a che fare subito dopo il parto, ma tra quelli più frequenti c’è sicuramente questa: l’incontinenza urinaria. Si tratta di una condizione piuttosto diffusa tra le donne che hanno avuto un parto naturale. E che, da come si può chiaramente comprendere, non permette loro di riuscire a gestire lo stimolo minzionale, avendo delle vere e proprie perdite di urina. Che sia una semplice risata, un colpetto di tosse o un qualsiasi altro tipo di sforzo, sono davvero diverse le cause che possono scatenare questo tipo di spiacevolissimi episodi. Gli esperti ci dicono che la stragrande maggioranza delle donne ne soffre subito dopo il parto e che i sintomi possono durare per settimane e settimane, ma scopriamo insieme cosa fare qualora questa condizione dovesse durare più del previsto. E, soprattutto, se c’è un modo per “prevenirla”.
Non solo durante la gravidanza, ma anche – e soprattutto, potremmo dire – dopo il parto naturale sono davvero tantissime quelle donne che soffrono di incontinenza urinaria. A scatenare questo fenomeno, da come si può chiaramente comprendere, non sono solo gli enormi sforzi che si fanno durante l’espulsione del bimbo dalla pancia dalla mamma, ma anche per l’indebolimento dei muscoli del pavimento. Condizioni che, come ricorderete, sconsigliano vivamente di usare la guaina post parto.
Qualora questa sensazione fastidiosa dovesse protrarsi nel tempo, è consigliabile fare affidamento a due tecniche molto simili tra di loro: il biofeedback o l’elettrostimolazione. No, state serene: non è affatto qualcosa di impensabile da fare. La prima, infatti, consiste nell’introdurre una sonda all’interno dalla parte intima della donna per avere una perfetta panoramica sia della contrazione che del rilassamento del pavimento pelvico. La seconda, invece, prevede sempre l’ausilio di una sonda, ma con un’altra funzione. In questo caso, infatti, questo strumento tenta di stimolare i muscoli con degli impulsi elettrici.
Sappiamo già cosa state pensando, state tranquille. Gli esperti garantiscono che, con una terapia del genere, l’incontinenza urinaria diventerà davvero un brutto ricordo. Certo, ci vorrà del tempo prima di poter cantare vittoria – a quanto pare, si parla di meno di 10 sedute – ma i risultati che si possono ottenere sono perlopiù straordinari. Da provare!
Se siete curiosi di sapere se c’è qualche consiglio da poter mettere in pratica per prevenire questa condizione, questo è l’articolo che fa al caso vostro. Per ottenere dei buoni risultati dopo il parto, infatti, è indispensabile iniziare a lavorare già da prima. E, quindi, nei mesi della gravidanza. Gli esperti, infatti, consigliano di informarsi precedentemente se i muscoli del pavimento pelvico sono piuttosto forti. E, quindi, reggono allo sforzo del parto. E nel caso contrario, sotto consiglio di uno specialista, iniziare a svolgere eserciti che hanno questo obiettivo.
Ricordate sempre, care donne: domandare è lecito. Qualora foste agli sgoccioli della gravidanza, vi consigliamo vivamente di prendere in considerazione a cosa andate incontro. In questo modo, non solo eviterete questo inconveniente, ma anche situazioni imbarazzanti e di disagio.
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