Cosa è importante sapere sullo sciopero del poppante: se anche il tuo bimbo rifiuta il seno, non devi assolutamente avere paura.
Se è vero che ciascuna neomamma è “afflitta” da pensieri e preoccupazioni quando abbraccia per la prima volta suo figlio, si capisce chiaramente quale possa essere il suo stato d’animo quando, da un momento all’altro, il piccolo decide di non essere più allattato. E rifiuta, quindi, categoricamente il seno della mamma. Parliamo, da come si può chiaramente comprendere, di una situazione che farebbe venire l’angoscia a chiunque, ma che – secondo gli esperti – è una situazione molto comune.
Chiamasi lo sciopero del poppante il rifiuto categorico del piccolo al seno della mamma. Che sia attraverso un pianto disperato, un attaccamento alla mammella molto debole o, addirittura, con finti soffocamenti, sono davvero diversi i modi del bebè per manifestare questo suo disagio nei confronti delle classiche poppate al seno. Cosa succede, però, in quei momenti? Prima dicevamo che si tratta di una condizione comunissima, ma cos’è che la provoca?
Quali sono le cause dello sciopero del poppante e come rimediare
Da quanto fanno sapere gli esperti, sembrerebbe che siano davvero diverse le cause che possono scatenare il cosiddetto “sciopero del poppante”, che spinge quindi il piccolo a non attaccarsi al seno della mamma. Scopriamo insieme, però, cosa occorre sapere in merito. E, soprattutto, qual è l’atteggiamento da avere in questa situazione.
- Ci è capitato più volte di dirvi che i bambini avvertono ogni cosa ed anche in questo caso le “vibrazioni” esterne sono di fondamentale importanza. Il piccolo si rende conto di tutto. E, se – ad esempio – la sua mamma ritorna a lavoro, c’è stato un trasloco in atto o molto altro ancora, lui percepisce tutto. E, come una vera e propria difesa, sceglie di non attaccarsi;
- Ha qualche piccola indisposizione fisica. Che sia un raffreddore o infezione in atto, il bebè non è affatto predisposto all’allattamento;
- Durante le poppate anche il piccolo si deve sentire a proprio agio. E quando questo non è così, c’è la possibilità che preferisca non ciucciare. Se ad esempio c’è una forte produzione di latte, uno sbagliato attaccamento al seno, si compiono dei movimenti durante la suzione o addirittura gli si fa pressione sulla nuca, il bebè potrebbe non voler proseguire con la poppata.
A questo punto, sappiamo già a cosa state pensando: come si può rimediare ad un fenomeno del genere? Sono diversi i “consigli” da poter mettere in pratica in questo tipo di situazione, ma quello che davvero conta è tentare di capire quale sia il disagio del bambino. Una volta assunta questa consapevolezza, allora si può procedere con cautela:
- Qualora il bambino si rifiutasse di attaccarsi per i cambiamenti che ci sono intorno a lui, sarebbe bene opportuno che si tratta di una fase transitoria del piccolo. E che non bisogna assolutamente disperarsi. Magari, il bambino si abituerà molto presto a questa sua nuova fase di vita e ritornerà ad attaccarsi come prima. Potreste aiutarvi nel frattempo con un tiralatte, imboccandolo con un cucchiaino o ancora meglio allattarlo mentre è in dormiveglia;
- Se notate che il piccolo avverte dei malessere fisici ed è per questo che non si attacca, è consigliabile dapprima risolvere quello che gli arreca fastidio e dolore, poi procedere con poppate meno lunghe ma più frequenti;
- Se alla base del suo “sciopero” vi sono delle difficoltà durante l’allattamento, sarebbe meglio farsi aiutare da terze persone. Che sia un medico specialista, una persona cara o una mamma come voi, è preferibile ascoltare il parere degli altri. E capire, magari, dov’è lo sbaglio.
Perché è importante farlo attaccare al seno
Appurato che ogni mamma deve sentirsi a proprio agio e scegliere spontaneamente quello che è meglio per lei e per il suo bebè, è indispensabile sapere perché è importante fare attaccare il bimbo al seno sin da subito. A dispetto di quanto possano pensare moltissime donne, già ancora prima che il bebè venga alla luce, la neomamma inizia a produrre una quantità – seppure scarsa – di latte, che permette al neonato di nutrirsi nei suoi primi giorni di vita. Quello su cui, però, adesso vogliamo porre attenzione sono gli enormi benefici di cui dispone il “colostro”, di cui molto probabilmente non tutti ne sono a conoscenza.
Prodotto nei primi giorni di vita del bebè, il colostro non è altro che il “primo latte” da offrire al piccolo. Non preoccupatevi delle sue scarse quantità, ma ricordatevi che – anche quel poco – sarà indispensabile per lui e per il suo sostentamento. Forse non tutti lo immaginano, ma i benefici del colostro sono davvero immensi. Guardate un po’ qui:
- Il colostro contiene numerosissime vitamine, proteine e sali minerali che consentono agli organi del piccoli di potersi sviluppare velocemente e facilmente;
- Permette alla flora batterica di formarsi all’interno dell’intestino del bebè.
Insomma, da come si può chiaramente comprendere, si tratta di vantaggi non assolutamente da poco, che un po’ tutte le mamme dovrebbe sapere prima di mettere al mondo il proprio figlio.