Se il tuo bambino non tiene ancora la testa dritta, non spaventarti affatto: dietro a questo “fenomeno” c’è un motivo ben preciso.
Saranno gli ormoni oppure la totale inesperienza, ma quando una donna diventa mamma per la prima volta si spaventa ed impensierisce per ogni cosa. Tra le preoccupazioni più “gettonate”, c’è sicuramente quella che riguarda il latte materno e la curiosità di sapere se la quantità prodotta basta al piccolo, ma non solo. Sono tantissimi i pensieri che affollano la mente di una neomamma quando ha con sé il proprio bebè. E le domande che inizia a porsi sul suo bambino sono decisamente numerose.
Tra le prime cose che occorre fare quando si stringe tra le proprie braccia un bebè, c’è sicuramente l’imparare a conoscere. Dopo ben nove mesi di gravidanza, si ha la possibilità di abbracciarlo e coccolarlo, ma le cose che si sanno sul suo conto sono davvero pochissime. Bisognerà, quindi, carpire ciascun suo movimento, ogni capriccio ed ogni sua esigenza, ma soprattutto occorrerà conoscere tutte le sue fasi di vita.
Sin dal primo momento in cui viene messe al mondo, il bebè affronta una serie di tappe, una diverse dall’altra, che gli permettono di diventare piano piano un bambino autonomo. Tra le prime con cui si fronteggia, c’è il rafforzamento della muscolatura del collo che gli consente di tenere la testa dritta. Scopriamo insieme cosa c’è da sapere su questa fase.
Tra le prime raccomandazioni che si fanno ad una neomamma, c’è quella di fare particolarmente attenzione alla testa del bebè. Soprattutto quando è in braccio o, magari, lo si prende dalla carrozzina per procedere all’allattamento, è fortemente consigliabile inserire una mano dietro la sua nuca e sorreggerlo il più possibile. Compiere questo gesto è di estrema importanza perché, nei primi mesi di vita, il piccolo non ha ancora una muscolatura del collo rafforzata. E, non avendo nulla che gli sorregga la testa, potrebbe non resistere affatto alla sua pesantezza.
Terminata questa prima fase di vita, il bebè inizia ad avere un maggior controllo del suo corpo, riesce a girare la testa a destra e a sinistra. Ed, addirittura, ad averla dritta. Ecco, quando si assiste ad un’evoluzione del genere? Per rispondere a questa domanda, sarebbe opportuno conoscere le tappe che ciascun piccolo affronta e gli enormi progressi a cui va incontro.
Queste appena elencate sono le fasi di vita che, in linea di massima, ciascun bebè affronta. Qualora col vostro piccolo non dovesse essere così, non preoccupatevi affatto. Ricordate sempre, infatti, che ogni bambino è a sé. E che ce ne sono alcuni più “pigri” rispetto ad altri. Se volete sentirvi più sicure, però, non esitate a contattare il vostro medico e spiegategli tutta la situazione.
Se vederlo camminare la prima volta o sentire pronunciare la parola “mamma” raggiunge dei livelli emozionali altissimi, non si può fare a meno di sottolineare quanto sia bello vedere il proprio piccolo interagire coi propri genitori. E, magari, anche sorridergli. A proposito, dopo quanti mesi è prevista una reazione del genere? Per saperne di più, è importante distinguere quello che gli esperti chiamano sorriso riflesso e sorriso sociale.
Il sorriso riflesso non è altro che quel tipo di sorriso che i neonati compiono involontariamente intorno le loro prime settimane di vita, legato ad un’attività cerebrale. Quello, invece, sociale corrisponde al loro vero e proprio sorriso. Questo “fenomeno” può iniziare intorno ai 3 mesi di vita del piccolo e può essere “condizionato” da diversi aspetti. Può, ad esempio, esprimere gioia nel vedere arrivare la propria mamma o il suo papà. O, ancora meglio, dimostrare piacere per qualche suono in particolare. Quello che, però, è molto importante da sapere è che indispensabile rispondere al sorriso del piccolo. In questo modo, non solo ci sarà corrispondenza tra genitore e figlio, ma gli si darà la possibilità di poter esprimere più facilmente le sue emozioni.
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