Bambini indaco: sono bambini quasi ‘magici’, ma occhio a non confonderli con un’altra tipologia di bambini che, invece, va aiutata
Pensate che vostro figlio spicchi particolarmente in intelligenza, intuizione e creatività? Si ribella continuamente alle regole, ed insieme ha un forte senso morale? Allora potrebbe essere un bambino indaco, con il potere di cambiare il mondo e portarlo ad una nuova fase evolutiva. Scopriamo insieme come riconoscere un bambino indaco, qual è la genesi di questa teoria e la sua validità scientifica.
Quella dei bambini indaco è una teoria pseudoscientifica New Age, sviluppata negli anni ’70 da Nancy Ann Tappe, autrice di “Understanding your life through color” e poi evolutasi negli anni ’90 con il lavoro di Lee Carroll e Jan Tober, “The Indigo Children”.
Nell’immediato Dopoguerra era evidente come il mondo avesse bisogno di ritrovare un nuovo equilibrio, e Nancy Ann Tappe ha iniziato a notare come alcuni bambini iniziassero a nascere con delle capacità speciali che bisognava riconoscere e coltivare.
Secondo la teoria, questi bambini nascono con delle caratteristiche insolite, fuori dalla norma, a volte addirittura soprannaturali (come la telepatia). Cosa c’entra l’indaco? Questo sarebbe il colore della loro aura, una sorta di alone luminoso che contorna il corpo e riflette la bontà e purezza d’animo di questi “bambini delle stelle”, destinati ad accompagnare e guidare l’umanità verso una nuova era evolutiva.
Ma cos’hanno di tanto speciale? Secondo l’autrice, grazie ai loro doni speciali, saranno capaci di creare un mondo nuovo, fatto di serenità e tranquillità, senza ingiustizie, guerre né inquinamento. E non solo: anche la loro progenie è destinata a grandi cose. I bambini cristallo, figli dei bambini indaco, sono portatori di caratteristiche quasi divine, che li accomunano agli angeli.
Come riconoscere un bambino indaco? Può essere complicato, in quanto molte caratteristiche sono comuni a molti altri bambini. Queste sono:
Secondo alcuni autori i bambini indaco presenterebbero anche un senso di spiritualità “inconscia” o immediata già dalla prima infanzia, come se sapessero di essere predestinati a fare qualcosa di grande. Possono anche essere iperattivi e ipersensibili.
La teoria è sicuramente affascinante, e ogni genitore amerebbe poter dire di aver messo al mondo una sorta di angelo redentore, ma bisogna essere onesti con sé stessi e pensare innanzitutto al bene del bambino. I tratti utilizzati per descrivere e riconoscere i bambini indaco sono abbastanza vaghi e generici da poter essere applicati alla maggior parte delle persone, afferma lo psicologo sociale Lorenzo Montali, e la teoria non presenta alcuno studio scientifico a supporto delle sue tesi.
Inoltre, bisogna stare attenti a non idealizzare il bambino investendolo di capacità speciali, perché potrebbe compromettere il rapporto educativo. Dal momento che non si può imporre un metodo educativo ad un bambino con un’aura indaco, l’unico metodo sarebbe quello di riservare loro amore ed accettazione, assecondandoli finché possibile. Ma questa è una tecnica che possiamo ben immaginare rivelarsi controproducente, nel lungo periodo.
Un ulteriore, e forse il più pericoloso fra i rischi di etichettare il proprio bambino come indaco, è quello di sottovalutare una possibile diagnosi di Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività: molti dei tratti psicologici e cognitivi sono comuni, come appunto l’iperattività e l’irrequietezza. L’eventuale diagnosi sarebbe ritardata, e si priverebbe il bambino di un necessario e adeguato trattamento per il suo disturbo.
Sebbene l’idea che il nostro bambino sia un genio è più intrigante ed allettante per noi genitori, è necessario mettere l’ego da parte e valutare seriamente se una diagnosi medica può spiegare il suo comportamento e di conseguenza supportarlo seguendo i consigli degli esperti e una terapia adeguata. In questo modo potrà continuare a portare serenità e bene nel mondo, a prescindere dal colore della sua aura.
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