Non è più solo il Covid a spaventare i genitori: i pediatri lanciano un nuovo allarme

Le nostre vite sembravano essere tornate alla normalità dopo i mesi infuocati della pandemia da Covid-19, eppure non siamo ancora al riparo da rischi: quest’inverno, infatti, dobbiamo fare particolare attenzione ai bambini, specie quelli sotto l’anno di età.

Terminata un’estate tutto sommato pacifica, l’inverno è iniziato tra ragionevoli timori di una nuova ondata del virus, la cui diffusione – ormai lo sappiamo tutti – è favorita dalle temperature non troppo calde. Abbiamo collettivamente accettato l’allentamento delle misure di prevenzione che prevedevano l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, non più obbligatori, e abbiamo (quasi) tirato un sospiro di sollievo.

Attenzione alla tripla epidemia
Attenzione alla tripla epidemia – universomamma

Eppure il Covid-19 continua a circolare: lo dimostra l’aumento dei casi – 135mila contagi verificati nella prima settimana dell’anno, con aumenti in quasi tutte le regioni italiane. Non solo il Coronavirus continua a circolare ma, complice l’allentamento delle misure di prevenzione come mascherine e distanziamento sociale, quest’inverno abbiamo a che fare anche con un virus respiratorio sinciziale, oltre all’influenza australiana (o stagionale).

Non solo Covid: cos’è la tripla epidemia

Ecco spiegata l’allerta dei pediatri, che mettono in guardia dalla “tripla epidemia”: la SIP – Società Italiana di Pediatria – ha rilevato la situazione critica in gran parte dell’Italia e ha sollecitato l’intervento del Governo. I reparti di terapia intensiva pediatrica sono sottodimensionati rispetto al numero di richieste, c’è congestione in alcuni ospedali, e si registrano numeri da record di accessi al Pronto Soccorso. Inoltre, l’AIFA ha segnalato che i farmaci come Nurofen e mucolitici sono diventati  introvabili nelle farmacie italiane.

Rischio maggiore per i bambini al di sotto di un anno di età

Questa stagione influenzale può diventare pericolosa in modo particolare per i bambini sotto l’anno di età. Il virus respiratorio sinciziale (VRS), infatti, è un’infezione polmonare trasmessa per via aerea considerata la prima causa di bronchiolite e polmonite nei bambini al di sotto dei due anni, anche se può infettare bambini di qualsiasi età.

A rischio i bambini al di sotto di un anno di età
Rischio maggiore per i bambini al di sotto di un anno – universomamma

A maggior rischio di infezione sono i bambini tra i 2 e gli 8 mesi di vita, i quali hanno anche maggior rischio di sviluppare una forma più grave della malattia. Aumenta il rischio anche per i bambini nati prematuramente o i bambini affetti da malattie polmonari, cardiache o neuromuscolari croniche.

I sintomi sono i classici di un’infezione respiratoria, il che può rendere più complicato ottenere una diagnosi accurata:

  • naso che cola
  • febbre
  • apnee
  • sibili durante la respirazione
  • rientranza delle costole
  • spossatezza
  • inappetenza
  • cianosi

Le raccomandazioni dei pediatri: non abbandoniamo le misure di prevenzione

Cosa consigliano i pediatri? Stefania Zampogna, presidente nazionale della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) sottolinea come le realtà ospedaliere italiane, da Nord a Sud, siano sotto pressione, e invita i genitori dei piccoli pazienti a “non abbandonare nei loro confronti le misure di prevenzione che bene hanno imparato con la pandemia Covid-19, ovvero: il distanziamento sociale, l’evitamento di luoghi chiusi e affollati, l’igienizzazione delle mani. Tutti piccoli accorgimenti che costituiscono un’efficace barriera anche per la diffusione del virus respiratorio sinciziale, principale causa delle bronchioliti nei primi mesi di vita”.

Controllo pediatrico
I pediatri raccomandano l’uso delle misure di prevenzione – universomamma

Zampogna sottolinea anche come questo connubio di virus e influenze respiratorie abbia evidenziato la necessità, per la affaticata rete di emergenza-urgenza pediatrica, di implementare linee guida sull’osservazione breve intensiva pediatrica in tutta Italia. Questa misura permetterebbe, con la dimissione dei piccoli pazienti meno critici, non solo di ridurre la pressione sui reparti ospedalieri ma anche di ottimizzare la disponibilità dei letti per i pazienti più gravi.

Non è ancora giunto, quindi, il momento di chiudere nel cassetto il disinfettante per le mani: è uno strumento che insieme alle indicazioni del pediatra ed altri piccoli accorgimenti possono aiutarci a combattere questo ennesimo virus.

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