Pur essendoci la possibilità di sottoporsi a una cura, il diabete è una malattia che fa ancora paura, soprattutto se si scopre di averla quando si è giovanissimi. Tanti continuano a temere che sia contagiosa e che la si possa contrarre se si sta a contatto con una persona che ne soffre.
L’ipocondria, ovvero il timore di essere malati, semplicemente alla comparsa di sintomi piuttosto “normali” è piuttosto diffusa. In alcuni casi può diventare però quasi una fissazione, al punto tale da sottoporsi a esami qualora si dovesse notare un problema che può apparire ‘sospetto’.
Anche chi cerca di vivere in modo più o meno sereno e si reca dal medico solo se strettamente necessario (è il caso anche di chi fa comunque i controlli di rito) non può non essere spaventato all’idea di ammalarsi. Questa sensazione diventa ancora più forte soprattutto se parliamo di due patologie ancora diffuse nonostante i progressi fatti dalla medicina: il diabete e i tumori.
Si pensa spesso che si possa prendere il diabete solo perché si mangiano tanti dolci. Questo fortunatamente è vero solo in parte: avere un’alimentazione equilibrata è certamente fondamentale, anche per evitare di contrarre altre malattie, ma non garantisce in assoluto di essere sani. Ci sono infatti dei disturbi che possono verificarsi anche se si ha uno stile di vita sano.
Non sottovalutare la comparsa di alcuni sintomi resta comunque una regola generale importante da osservare, in modo tale da poter intervenire, se necessario, quando la situazione è ancora agli inizi. E questo vale anche nel caso del diabete, che può comparire se si dovessero riscontrare problemi quali bisogno di bere frequentemente, necessità di urinare spesso, spossatezza, visione offuscata e lenta cicatrizzazione delle ferite.
Tra i fattori di rischio ci sono eventuali parenti a cui è stato diagnosticato in passato, oltre a obesità, vita sedentaria, fumo, ipertensione, colesterolo alto, elevati trigliceridi, alta uricemia, età avanzata. In alcuni casi, invece, può comparire insieme ad altre malattie autoimmuni, quali tiroidite, artrite reumatoide, morbo celiaco, vitiligine.
I più temerari, ma anche chi non è correttamente informato sull’argomento, temono che entrare in contatto con una persona malata possa portare a contrarre lo stesso problema. E questo vale a maggior ragione per diabete e tiroide, soprattutto per un’idea ben precisa: chi ha familiari che li hanno avuti può correre il rischio di andare incontro alla stessa diagnosi, ma questo non significa che siano contagiosi. Anzi. L’unica arma di difesa in questo caso è data dalla necessità di sottoporsi a controlli più frequenti.
A sorpresa, però, questa idea sembra essere parzialmente smentita da uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature e coordinato dal Dipartimento Cibio dell’Università di Trento. I ricercatori hanno puntato a prendere in esame un campione piuttosto ampio per avere un’idea il più possibile attendibile: sono così stati analizzati più di 9.000 campioni di feci e saliva di partecipanti in 20 Paesi e in tutti i continenti del mondo.
Sulla base di quanto emerso ancora una volta potrebbe avere un’importanza fondamentale l’alimentazione. “Se il nostro partner ha una dieta pessima, che finisce per alterare in negativo il suo microbioma intestinale, questo potrebbe avere conseguenze, almeno parziali, anche sul nostro microbioma” – questo hanno scritto i ricercatori.
Questo principio sembra essere valido per malattie che non sono tradizionalmente considerate contagiose, quali diabete, tumori e problemi cardiovascolari. Niente sembra essere comunque del tutto irrimediabile. Si potrebbe infatti intervenire con interventi mirati, tramite ad esempio i probiotici, che possono modificare il microbiota, al punto tale da fare un’azione di prevenzione e di cura per alcune patologie.
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