Fare a meno dello smartphone per molti è quasi impossibile, soprattutto se serve per motivi di lavoro. I ragazzi saranno però costretti ad essere in possesso di un patentino per utilizzarlo liberamente: la svolta epocale è in arrivo.
Arrivare a definire lo smartphone quasi come un’appendice di sé non è così lontano dalla realtà. Sono tante le persone che hanno la necessità di essere reperibili per motivi di lavoro e che devono quindi tenerlo costantemente con sé, non solo per rispondere alle chiamate, ma anche per poter consultare live la posta elettronica.
Ormai da tempo si è però abbassata l’età in cui si entra in possesso per la prima volta del dispositivo. Si notano infatti sempre più spesso bambini che hanno familiarità con questi strumenti e che li portano con sé a scuola non semplicemente per avvisare la famiglia in caso di necessità. Anzi, molti di loro arrivano anche a istruire i genitori in caso di dubbio sulle modalità di utilizzo.
A quale età è meglio dare uno smartphone ai figli? È praticamente impossibile trovare un adolescente senza uno smartphone tra le mani: i genitori spesso decidono di concederlo già a 6-7 anni, lo fanno per sentirsi più sicuri quando non hanno la possibilità di stare con i propri figli.
In realtà, capita sempre più smesso che si arrivi a regalare un cellulare dopo richieste quasi estenuanti da parte più piccoli, che desiderano essere al passo con i tempi e, se possibile, essere simili ai propri coetanei che ne hanno già uno.
Questa operazione, però, non è esente da rischi ed è bene che tutti lo sappiano. I bambini, infatti, non hanno grandi difficoltà a usare uno strumento come questo, però possono incappare facilmente in contenuti online poco adatti alla loro età. E non sempre è possibile per mamma e papà riuscire a sorvegliarli costantemente e, purtroppo, si sa: chi vuole approfittarsi della loro innocenza e poca esperienza è sempre in agguato nella rete.
Alcuni genitori che decidono di dare uno smartphone ai figli piccoli arrivano a sopperire al problema usufruendo di un servizio che rende il telefono dei figli e quello dell’adulto collegati, in modo da sapere quali siano le app che vengono scaricate e che funzione se ne faccia. Questo non esime però dal rischio di incappare in contenuti non adatti alla loro età.
È proprio per questo che si è deciso di permettere che il dispositivo possa essere utilizzato solo se si è in possesso di un particolare patentino, esattamente come accade solitamente per l’auto. L’idea viene sperimentata in Friuli Venezia Giulia, dove oltre 1.500 studenti delle scuole medie si sono messi in tasca il loro certificato che permette di utilizzare il cellulare in maniera consapevole.
Questo rappresenta solo l’inizio, visto che il progetto sarà portato avanti anche nei prossimi mesi, in modo tale da arrivare entro il 2024 a coinvolgere tutti i ragazzini del territorio.
Tutto deve avvenire in maniera convergente, non a caso anche i genitori devono partecipare al percorso di formazione. Non c’è il rischio di essere distratti dallo studio: le lezioni, infatti, avvengono in orario scolastico, nelle ore di Educazione Civica, con 5 moduli da 2 ore ciascuno: una volta conclusi, si dovrà svolgere una verifica per valutare i partecipanti. È previsto un ciclo di dieci ore anche per gli insegnanti.
L’Associazione Media Educazione Comunità è ormai impegnata da anni nella sensibilizzazione genitori e insegnanti su un tema così importante, volendo anche a sottolineare quanto il conseguimento del patentino non sia un “liberi tutti”. A loro dire sarebbe bene non concederlo al di sotto della prima media, cercando di accompagnarli nel suo utilizzo. Tanti hanno apprezzato l’iniziativa e sono pronti a metterla a frutto anche in altre parti della nostra Penisola, anche se l’auspicio degli organizzatori è ovviamente quello di fare in modo che sia fattibile a livello nazionale.
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