La pizza è il fast food italiano per eccezione: tutti la amano ed è forse il piatto più imitato all’estero. Si tratta di un prodotto semplice e genuino, ma sarà davvero così?
Di per sé la pizza non è un alimento estremamente complesso: acqua farina e sale, un po’ di lievito, salsa di pomodoro e mozzarella fresca e il gioco è fatto. Ci sono degli studi, però, che hanno evidenziato quanto la pizza possa essere un alimento potenzialmente pericoloso. Vediamo perché.
Quella sulla tossicità o meno della pizza è una discussione che va avanti da tempo, di cui si è parlato ampiamente durante alcuni periodi di focus sull’argomento. Di recente è saltato fuori l’ennesimo studio che, questa volta, non si concentra sulla pizza, bensì sul suo ‘involucro’.
Quello che più comunemente si sa, è che la pizza può diventare un alimento tossico in base alla sua cottura. Data l’altissima temperatura dei forni a legna, se durante la cottura la pizza viene bruciata vengono a formarsi i cosiddetti IPA (idrocarbusi policiclisi aromatici).
Non solo IPA: attenzione alle confezioni da asporto
Un problema che, secondo la dottoressa Floriana Boscaino, è di facile risoluzione: “La formazione di IPA può essere minimizzata evitando il contatto diretto dell’alimento con la fiamma, cucinando a temperature più basse per periodi più lunghi. Tutte soluzioni incompatibili con una pizza cotta al forno a legna o una bistecca cotta alla brace, per esempio”.
Adesso c’è un altro dettaglio di cui preoccuparsi e che potrebbe essere un pericolo per la vostra salute; secondo uno studio recente bisogna fare attenzione ai materiali di cui sono composte le confezioni per la pizza da asporto, che possono essere causa di cancro.
Con l’avvento della pandemia, l’uso dei contenitori d’asporto ha visto un boom senza precedenti, che oltre ai benefici della comodità di ordinare una pizza comodamente da casa, ha portato con sé anche dei rischi non indifferenti.
Come distinguere i cartoni
Esistono tre tipi di contenitori per la pizza in circolazione, facilmente distinguibili dal colore: bianco (in pura cellulosa), marrone (semichimico) e grigio (in cartone riciclato). Inaspettatamente, il contenitore più pericoloso per la salute è quello grigio, perché il cartone riciclato può contenere maggiori quantità di sostanze cancerogene.
Ciò che potrebbe succedere è l’ingestione accidentale di acrilamide, una sostanza tossica che si forma durante la cottura di carboidrati, grassi e zuccheri (compresa la pizza). In un cartone già utilizzato la quantità di acrilamide potrebbe essere maggiore rispetto ad un contenitore nuovo.
Le sostanze tossiche presenti nelle confezioni riciclate, possono essere rilasciate quando il cartone viene in condotto con alimenti caldi e umidi, aumentando il rischio di cancro per i consumatori. In Italia è vietata la distribuzione dei cartoni in materiale riciclato, che tuttavia vengono prodotti ed esportati in paesi esteri con leggi meno severe.
In un report del Ministero dell’Ambiente italiano, è stato spiegato che “i composti perfluoroalchilici vengono usati nei rivestimenti dei contenitori per il cibo, come ad esempio quelli dei fast food o nei cartoni delle pizze d’asporto, nella produzione di Teflon e del Gore-Tex, materiale che ha trovato applicazione in numerosi campi”.