Secondo un’antica tradizione, il pane a tavola non deve mai stare capovolto. Vi siete mai chiesti il motivo di tale divieto? La risposta vi stupirà.
Guai a chi mette il pane capovolto a tavola! A chiunque di noi sarà capitato di ricevere dai propri genitori o nonni questo ammonimento. Secondo la tradizione, infatti, il pane sottosopra (sia appoggiato, sia nell’atto di porgerlo a qualcuno) è portatore di grande sventura e segno di disprezzo, oltre che una mancanza di rispetto verso gli altri commensali.
Folclore, superstizione o semplice vezzo? E qual è l’origine di questa consuetudine? Vale la pena di domandarselo, considerato che il pane è un alimento che ha contraddistinto la storia dell’uomo fin dalla scoperta della lievitazione e da circa 5.000 anni scandisce la vita degli esseri umani, facendo anche da innesco a guerre, sommosse e rivoluzioni. Ecco tutte le risposte.
Perché il pane non deve mai stare capovolto
Le motivazioni principali sono due: una legata alla religione, l’altra alla storia. La prima è facilmente intuibile: il pane è il “Corpo di Cristo”, e il corpo di Gesù non si può offrire capovolto, è una grave bestemmia. La pista “storica”, invece, ci porta direttamente nella Francia Medievale, e al codice segreto dei fornai: il pane capovolto era quello di bassissima qualità destinato ai “boia”, meritevoli del massimo disprezzo.
Nel dettaglio, a metà ‘400 Carlo VII, il Re Vittorioso, attuò una politica interna molto dura, compresa la pena di morte, ragion per cui lanciò una campagna di reclutamento di boia importantissima. Persone comuni all’improvviso si ritrovarono con un’ascia in mano e il disprezzo dei parigini. Il sovrano emanò dunque un decreto che, sostanzialmente, invitava i panettieri a trattare tutti i clienti allo stesso modo: se non avessero accettato il boia come cliente, sarebbero diventati loro stessi clienti del boia. I panettieri accettarono malvolentieri questo editto e in segno di protesta porgevano il pane capovolto al boia. Dal canto suo il monarca escogitò una soluzione ingegnosa che sarebbe passata alla storia: quella dei boia incappucciati per non essere riconosciuti.
Più in generale, il pane è considerato un alimento sacro e i panettieri sono visti come veri e propri “sacerdoti” in molte culture. C’è appunto un codice segreto tra i fornai, nato nelle lunghe ore notturne di lavoro solitario, che solo chi si affaccenda quando gli altri dormono può comprendere. E se oggi ognuno sceglie il suo pane in base ai gusti, in passato (e fino al secolo scorso) i panettieri dividevano il pane in base alla classe sociale: in cima c’era il pane del Papa, poi quello dei Cavalieri, quindi del prete, dello scudiero e dei Crociati (praticamente identico all’odierna frisella pugliese). Più si scendeva di rango, più il pane diventava scuro: il pane bianco era destinato esclusivamente alle tavole dei ricchi, quello integrale prerogativa dei poveri. Ma questa è un’altra storia…