Lo studio si è guadagnato le pagine di ‘Nature Cancer’ ed è frutto di un lavoro internazionale, svolto negli States, ma coordinato da scienziati italiani.
Si chiama Sphinks, un nome che ricorda sphinx, sfinge in inglese. Ed è frutto di un lavoro in parte anche italiano che potrebbe cambiare la storia della lotta ai tumori. Il lavoro, in realtà, è di rango internazionale e si svolge negli USA. Ma è coordinato da scienziati italiani. Ecco di cosa si tratta.
I ricercatori stanno studiando tumori difficili come il glioblastoma, il cancro al cervello più letale. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 10%. Adesso potranno studiarlo ma, soprattutto, contrastarlo, tramite un algoritmo di intelligenza artificiale. Sostanzialmente saranno fotografati i geni alla composizione proteica, dai lipidi ai metaboliti. Così facendo il cancro potrà essere classificato molto meglio in base alle sue caratteristiche, aiutando quindi a individuare i bersagli terapeutici con cui aggredire le neoplasie.
Lo studio si è guadagnato le pagine di ‘Nature Cancer’ ed è frutto del lavoro di Antonio Iavarone, vicedirettore del Sylvester Comprehensive Cancer Center della Miller School of Medicine – Università di Miami e coordinatore della ricerca, e Anna Lasorella, co-coordinatrice del lavoro.
Vengono quindi analizzate le proteine tumorali e le loro modificazioni per individuare gli enzimi che producono segni distintivi nelle cellule maligne. L’algoritmo si chiama Sphinks. Ma il nome sta per Substrate Phosphosite based Inference for Network of KinaseS. Grazie all’intelligenza artificiale si potranno quindi avere una quantità enorme di dati che oggi possono essere generati per ciascun tumore ed estrarre le terapie personalizzate più efficaci per ogni paziente.
La cosa importante da sottolineare è che questo algoritmo sarà messo a disposizione di qualunque struttura – anche in Italia – lo voglia consultare per inquadrare i tumori dei pazienti. Come è noto, infatti, alcuni gruppi di tumori sono più facili da identificare, i farmaci sono già disponibili. Per altri invece si deve affrontare un ragionamento con le case farmaceutiche che li hanno per vedere se si possono utilizzare. E per altri gruppi ancora, invece, si devono proprio creare da zero.
Sphinks offrirà agli oncologi clinici un nuovo strumento per applicare trattamenti selezionati per specifici sottotipi di cancro. La corretta classificazione di ogni tumore è alla base di questo modo di selezionare terapie personalizzate.
Sebbene Sphinks sia stato inizialmente testato sul glioblastoma, l’algoritmo è ugualmente applicabile a molti tipi di cancro, spiegano gli esperti. L’algoritmo Sphinks è il secondo nato dalla ricerca del team italiano. La prima versione aveva imparato a riconoscere una forma di tumore, il glioblastoma mitocondriale, per il quale esistono possibilità di terapia ed è diverso rispetto alle altre tre famiglie di tumori maligni per cui questa possibilità non esiste.
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