Non vuole proprio smettere di piangere? Da quando è nato non fai altro che trascorrere notti insonni per cercare di calmarlo. Soprattutto, avverti dentro un profondo senso di impotenza visto che non riesci a fermare le lacrime e i lamenti.
Il pianto dei neonati rimane, senza alcun dubbio, uno degli enigmi amletici che più assillano i nuovi genitori. Starà male? Ha di nuovo fame? Ha la febbre? Devo chiamare il medico? I pediatri di tutto il mondo, al di là delle loro svariate teorie, sono in accordo su una sola tesi: è il suo straordinario modo di comunicare.
Prendersi cura di un bambino, di una piccola creatura di pochi giorni o poche settimane di vita, sia che si tratti di un genitore che di una nonna, o magari di un professionista sanitario, è di certo un duro lavoro, rappresenta una enorme responsabilità, fisica e morale, anche perché, già dopo la nascita potresti accorgerti che il piccolo o la piccola piange davvero più di quanto ti aspettassi.
Il pianto dei neonati e il dramma dei neo genitori: tra ansie e bisogno continuo di informazioni
Dovresti allora sempre cercare di comprendere prontamente cosa succede, non appena il tuo bambino piange. Ma non è affatto facile. A volte, certamente, qualunque cosa fai o qualunque cosa provi, potresti non essere in grado in alcun modo di fermare il pianto. Se ti senti sopraffatto e il tuo bambino non smette di piangere, dovresti ricordarti di alcuni concetti base comuni ai medici di tutto il mondo.
- Tutti i bambini piangono: è così che comunicano e il tuo bambino potrebbe piangere molto proprio perché è un grande “comunicatore”.
- I bambini iniziano a piangere più frequentemente intorno alle 2 settimane di età.
- Il pianto aumenta e raggiunge il picco nel secondo mese di vita, ma può aumentare fino a quando il bambino ha 4-5 mesi.
- I bambini spesso piangono di più la sera.
- Il pianto può durare 30-40 minuti e anche di più. I neonati possono trascorrere fino a 4-5 ore al giorno piangendo, anche se si tratta di bambini sani e normali.
- I bambini spesso piangono intensamente quando non soffrono, anche se può sembrare che stiano soffrendo.
- A volte il tuo bambino potrebbe aver bisogno di piangere per alleviare lo stress, e secondo alcuni esperti faresti bene a lasciarglielo fare.
- Il pianto può andare e venire, e non saprai mai davvero il perché.
- Il pianto potrebbe non fermarsi per un lungo periodo di tempo, qualunque cosa tu cerchi di fare.
- Il pianto alla fine cesserà.
È normale che un bambino pianga ed è normale sentirsi frustrati quando non smette. Provare ansia, sofferenza, al pensiero che stia male e non possiamo fare nulla, talvolta è anche normale. Tuttavia, in quel momento, potresti sentire che stai per perdere il controllo. Invece, è proprio in quel momento che devi mantenere la calma. Devi tirare fuori tutta la tua energia, la tua pazienza e la tua tolleranza. È normale sentirsi sopraffatti, impotenti e persino irritati dalle continue lacrime di un bambino. Non importa quanto sia grave o quanto ti senti stanco e frustrato, scuotere il bambino, metterlo giù bruscamente, reagire con rabbia, insomma, non è mai la soluzione. A meno che il piccolo non sia affetto da qualche patologia o non abbia subito un trauma, prima i poi smetterà di piangere. Se ti calmi tu, si calmerà presto o tardi anche lui.
Il trucco per calmarlo: quella posizione naturale che gli ricorda il grembo della mamma
Da qualche anno, gli specialisti infantili d’Oltre Oceano, soprattutto per i bambini ai primissimi mesi di vita, se non alle prime settimane, sostengono che, se il piccolo non è affetto da patologie, la posizione in cui lo tieni si rivela fondamentale per calmare il suo pianto.
La tecnica di “posizionamento” consiste fondamentalmente in quattro passaggi.
Prendi il bambino e incrocia le braccia sul petto. Fissa le braccia del bambino con la mano dopo che sono state piegate. Quella mano sostiene anche il mento del bambino. Tieni delicatamente il sedere del bambino con la tua mano dominante. Usa la parte carnosa della mano, non le dita, per assicurarti una presa sicura. Posiziona il bambino a un angolo di 45 gradi e dondolalo delicatamente. Il movimento può essere su e giù, oppure puoi provare a scuotere il sedere del bambino. La chiave è rendere la sequenza fluida ed evitare movimenti a scatti. L’angolo è importante perché ti aiuta a mantenere il controllo del tuo bambino.
Usa la tecnica su bambini fino a 2 o 3 mesi. Dopodiché, diventano troppo pesanti per essere tenuti in questa posizione. Secondo gli esperti si tratta di “una posizione confortante” per un bambino, perché devi ricordare da dove vengono – ovvero da un grembo molto stretto – e sono stati in quella posizione per molto, moltissimo tempo.
Cullarlo camminando per fargli ritrovare quiete. Lo studio arriva dal Giappone
Una nuova ricerca pubblicata su Current Biology, il 13 settembre del 2022, dimostra l’importanza di trasportare i bambini che piangono piuttosto che tenerli semplicemente in braccio. Condotto da Kumi Kuroda presso il RIKEN Center for Brain Science (CBS) in Giappone, lo studio descrive in dettaglio come i bambini che piangono sono fisiologicamente influenzati dall’essere tenuti in braccio, trasportati e adagiati. I dati forniscono una tecnica semplice ma gratuita ed efficace che aumenta la possibilità che un bambino che piange si calmi e si addormenti.
L’esperimento ha portato ad alcuni risultati importanti. In primo luogo, come spiega Kuroda, “camminare per cinque minuti favorisce il sonno, ma solo per i bambini che piangono. Sorprendentemente, questo effetto era assente quando i bambini erano già calmi prima”. Tra i bambini studiati, tutti avevano smesso di piangere entro la fine dei cinque minuti di cammino e avevano una frequenza cardiaca ridotta, e circa la metà dormiva. In secondo luogo, sedersi e tenere in braccio bambini che piangevano non era calmante; la frequenza cardiaca tendeva a salire e il pianto persisteva.