Una delle preoccupazioni delle mamme è sicuramente l’attività del figlio su WhatsApp, per questo motivo esiste un escamotage per farlo.
Ad oggi i ragazzi sono sempre più esposti a pericoli sul web, per questo motivo a volte è necessario sorvegliare l’attività dei propri figli sullo smartphone, specialmente quando chattano su WhatsApp. Sono diversi i metodi per farlo. Infatti possono dare una grande mano alcune funzioni che sono in grado di garantire il controllo.
A dare una grande mano ai genitori potrebbe esserci il parental control. Infatti, questo dispositivo permette di controllare le attività dei ragazzini sul loro smartphone. In molti si chiedono se questa cosa sia legale. Sul tema, va detto, bisogna essere molto cauti. Infatti i genitori sono responsabili di qualunque accadimento riguardi i figli minorenni, anche se questi si trovano in pericolo in rete. Quindi è importante anche che la popolazione adulta aumenti le proprie competenze digitali per tenere al sicuro i propri figli.
Anche la legge italiana offre un aiuto ai genitori per tenere il controllo dei propri figli online. Infatti, secondo l’articolo 2048 del Codice Civile: “Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all’affiliante“. Mentre dal 2006, in Italia, la Cassazione ha affermato che in rete i minorenni necessitano di una tutela.
Inoltre anche il Tribunale di Parma, dal 2020, obbliga i genitori a controllare l’utilizzo di internet da parte dei loro figli minori e quindi di conseguenza anche di applicazioni come WhatsApp.
Tutti coloro che temono di violare la privacy dei loro figli, andando a spiare le chat di WhatsApp adesso possono stare sereni. Infatti dalla loro parte c’è sia una sentenza della Cassazione che la conferma da parte del Tribunale di Parma del 2020.
Secondo la legge italiana il genitore o il tutore sono responsabili e rispondono del comportamento o di eventuali illeciti compiuti dai minori. Quindi almeno dal punto di vista giuridico, i genitori hanno la facoltà di controllare e monitorare il loro operato scavalcando il vincolo della privacy. Ad avallare questa regola ci ha pensato anche l’Unione Europea che ha stabilito che non è possibile utilizzare questo tipo di app di messaggistica per chi ha meno di 16 anni.
A vietare WhatsApp ai minori di 16 anni ci ha pensato l’ultimo regolamento dell’Ue, che ha deciso di innalzare il precedente limite di 13 anni. Questo limite però è ancora in vigore per i paesi extra Unione Europa. Inoltre, nel caso in cui i ragazzi riescano ad installare un’applicazione come quella di Meta, andrebbero a violare il regolamento della stessa e per questo su segnalazione i loro profili potrebbero essere eliminati.
Ad ogni modo, i genitori o tutori possono sempre monitorare l’accesso alla rete dei propri figli e i loro movimenti sul web ed inoltre hanno diritto anche a sequestrare lo smartphone in caso di necessità. Quindi è più che giusto che un genitore si tenga informato sulle attività del figlio online.
In base al tipo di lavoro che fate (o allo stato della gravidanza) potreste dovere…
Seggiolino in auto obbligatorio per i bambini: ecco cosa dice il Codice della Strada (e…
Più batteri che nel gabinetto: un oggetto davvero comune nelle case di chi ha bambini…
No, la genitorialità non deve essere per forza privazione del sonno: ecco cosa potete fare…
Quale posizione ha il vostro bambino in grembo? Non serve un'ecografia: puoi scoprirlo seguendo i…
Il cibo uccide: in Italia e in Europa ogni anno sono troppi i minori di…