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Congedo parentale, importante comunicato dell’INPS: cambiano le condizioni

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Alfredo Iannaccone

Una nazione che si definisce evoluta, o comunque sulla strada del progresso e della crescita, incentiva gli aiuti economici alle famiglie. In particolare nei momenti economicamente difficile contribuisce a sostenere i genitori a 360 gradi.

L’arrivo, per molti tanto desiderato, di un bambino, in un Paese dalla natalità così bassa, e dal conseguente precoce invecchiamento, deve, gioco forza, rientrare, da parte delle istituzioni, in un concreto piano di aiuti e normative efficaci.

Cosa c’è da sapere sul congedo parentale (Universomamma)

Non si tratta solo di sostegno ai nuclei familiari con minori a carico e con un reddito non sufficiente a reggere l’urto con il mutato costo della vita, ma è fondamentale anche costruire un alveo di normative ad hoc a sostegno della conciliazione lavoro-famiglia.

L’arrivo di figlio ti cambia la vita: in che modo puoi conciliare lavoro e ruolo di neo genitore?

Accogliere un figlio nella propria vita vuol dire sostenere con l’amore di chi lo ha voluto, ma anche con gli strumenti economici e socio-culturali indispensabili, la crescita del piccolo. Compito delle istituzioni è quello di snellire la burocrazia, favorire l’accesso a bonus sociali per coprire le spese di prima necessità, come accade con l’Assegno Unico Universale che ha preso il posto del Bonus Bebè.

Prioritario è anche creare delle leggi che consentano, prima e dopo il parto, a lui e a lei, di godere di quel tempo libero dal lavoro da dedicare alla costruzione del grande cambiamento che li attende.

Quanto tempo riuscirò a dedicare al bambino senza rischiare di perdere il mio posto di lavoro? Riusciremo io e mia moglie a conciliare i nostri tempi di presenza al lavoro, che spesso coincidono, con la cura del piccolo? Il mio datore di lavoro mi concederà i giorni di congedo che prevede la legge? Sono tutte domande che sono in tanti a porsi.

Congedo parentale: l’Inps adegua le sue normative in base alle direttive Ue

Il Governo italiano ha recentemente varato una nuova normativa di recepimento della Direttiva dell’Unione Europea 2019/1158 del 20 giugno 2019. Il tutto riguarda la conciliazione vita-lavoro per i neo genitori.

Congedo parentale: dall’Inps tutte le novità in vigore dal 1° agosto 2022

La nuova legislazione modifica i requisiti di paternità e congedo parentale, nonché modalità di lavoro flessibili. Il 1° agosto 2022 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 105/2022.

La direttiva dell’UE, al fine di garantire un solido equilibrio tra attività professionale e vita familiare, si concentra sulla promozione della parità tra uomini e donne e affronta le lacune delle donne nel mercato del lavoro, stabilendo i diritti alla paternità e al congedo parentale.

Il 1° gennaio 2021, da parte dell’Inps, è stato introdotto un diritto di paternità obbligatorio pagato dal governo di 10 giorni lavorativi (con un giorno extra facoltativo se la madre rinuncia a un giorno del congedo di maternità legale).

Congedo di paternità: cambia tutto

La nuova normativa modifica e chiarisce i requisiti del congedo di paternità. Il congedo di paternità è stato aumentato a 20 giorni lavorativi quando la madre partorisce. Il congedo di paternità non è trasferibile ad altro genitore e può essere fruito da due mesi prima del parto a cinque mesi dopo la nascita del figlio.

Il congedo di paternità può essere fruito in concomitanza con il congedo di maternità della madre. I padri lavoratori sono tenuti a dare un preavviso scritto di cinque giorni (15 giorni prima) al proprio datore di lavoro prima di prendere il congedo. Tuttavia, il congedo di maternità può essere trasferito al padre se la madre muore, si ammala gravemente o abbandona il figlio. In tali casi, questo congedo è chiamato congedo “alternativo”.

I datori di lavoro che violano il diritto di un dipendente al congedo di paternità possono incorrere in sanzioni amministrative che vanno da 516 euro a 2.582 euro. La violazione del congedo alternativo è punita con la reclusione fino a sei mesi.

La nuova normativa estende il congedo parentale per i genitori single da 10 a 11 mesi per figlio fino a 12 anni. Il congedo parentale per le coppie rimane a 10 mesi. L’assegno parentale è pari al 30% della retribuzione giornaliera del dipendente ed è corrisposto per sei mesi (tre mesi per ciascun genitore) per ogni figlio di età inferiore ai 12 anni (prima 6 anni). La nuova legislazione aumenta le prestazioni di pagamento per i genitori single a nove mesi invece di sei mesi.

 

Alfredo Iannaccone

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