Contrariamente a quanto molti pensano, bere caffellatte al mattino è in realtà molto vantaggioso: la scoperta che nessuno si aspettava.
Il caffè è sempre stato al centro di innumerevoli dibattiti circa le conseguenze del suo consumo sulla salute: secondo alcuni andrebbe completamente eliminato dalle proprie abitudini, secondo altri esso avrebbe invece non pochi effetti benefici. Molti usano berlo col latte al mattino e proprio questo rituale quotidiano è stato oggetto di due importanti studi scientifici. Si tratta di una sana regola di vita o di un’azione dannosa per l’organismo?
I dubbi al riguardo sono molti da tempo, ma ora queste due ricerche condotte rispettivamente dall’Università di Copenaghen e da quella di Bologna hanno contribuito a chiarire la situazione. Del resto, il tema è di interesse quasi generale, dal momento che si parla della bevanda più diffusa in Italia e nel mondo intero.
Come comportarsi al riguardo? E’ importante saperlo una volta per tutte, visto che negli ultimi anni il benessere e l’attenzione ad uno stile di vita sano sono obiettivi verso i quali sempre più persone si indirizzano. Rispetto ad alcuni decenni fa, infatti, c’è indubbiamente più consapevolezza sull’importanza di ciò che si mangia e sulla pericolosità di abitudini nocive come il fumo di sigarette, una dieta troppo ricca di grassi e zuccheri, la sedentarietà. Vediamo quindi, in base ai recenti studi sopracitati, se il caffellatte è amico o nemico della nostra salute.
I ricercatori dell’Università di Copenaghen hanno esaminato, su cellule in vitro, le sostanze che derivano dalla reazione dei polifenoli del caffè con le proteine del latte. Il Journal of Agricultural and Food Chemistry spiega che è emersa una buona attività antinfiammatoria da parte dei polifenoli da soli, ma questa loro capacità è raddoppiata quando sono entrati in contatto con le proteine del latte.
Una notizia che finalmente dà il via libera ad un consumo quotidiano del caffellatte, ma che adesso necessita della conferma attraverso uno studio fatto sull’uomo. Fondamentale poi sarà capire quali siano le dosi che davvero arrecano vantaggi alla salute. Inoltre, anche le aziende produttrici di alimenti potrebbero sfruttare tale dato per allungare la shelf life ossia il periodo tra la produzione e il consumo del cibo entro il quale la salute del consumatore non corre alcun pericolo.
Lo studio dell’Università di Bologna, pubblicato su Nutrients, è invece di tipo osservazionale: fin dal 1972 sono stati analizzati i comportamenti di 1400 persone, sia donne che uomini, della coorte di Brisighella Heart Study e ciò che emerso stupirà moltissimi. La pressione sanguigna (compresa quella aortica e quella periferica) di coloro che bevono di solito 2-3 tazze di caffè è migliore rispetto a quelli che hanno eliminato totalmente tale bevanda.
E anche rispetto a quella di chi ne beve quotidianamente più di tre tazzine al giorno. Molto probabilmente, cuore e vasi risultano avvantaggiati dall’azione antinfiammatoria dei polifenoli e ancor di più quando questi sono in contatto con le proteine del latte.
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