Sei una lavoratrice incinta? Se si, ti spetta il congedo di maternità. Ma di cosa si tratta? Quanto dura? E soprattutto come ottenerlo? Sono queste le domande che si pongono tante donne in dolce attesa che si dividono tra il lavoro e la famiglia.
Il congedo parentale è un istituto sancito dalla legge che consente alle mamme di restare a casa per un lasso di tempo determinato, senza che insorga per loro il rischio di perdere il lavoro.
Se vuoi saperne di più, sei nel posto giusto. E’ il momento di spiegare bene a tutti in cosa consiste questo diritto e cosa si può fare di concreto per gestire nel migliore dei modi la gravidanza e il lavoro.
Le donne che si dividono tra famiglia e lavoro sanno bene quanto possa essere difficile ed a tratti estenuante conciliare tutto. Soprattutto nei primi mesi di vita di un bambino, le ansie per i neogenitori sono tantissime, ed è per questo che entrambi vorrebbero essere iper presenti e non lasciare mai il piccolo solo. Ma le esigenze lavorative talvolta fanno da ostacolo.
Ecco allora che fanno capolino i sensi di colpa, che si mescolano con il naturale entusiasmo di voler tornare a lavorare. Ma sapevate che almeno per un breve periodo, le donne incinte possono usufruire del congedo maternità? Il congedo maternità obbligatorio, così come definito dal legislatore non consente rinuncia da parte della mamma lavoratrice che è dunque tenuta ad astenersi.
Quello facoltativo invece rientra nella sfera discrezionale della donna, che potrà decidere se usufruirne o meno. Ciò che accomuna le due tipologie è il fatto che la loro durata è circoscritta ad un periodo temporale determinato.
Il congedo di maternità ha un lasso di tempo della durata di almeno 5 mesi che si calcola da poco prima del parto ad un momento successivo. In questo frangente la madre ha diritto ad astenersi dal lavoro. Si tratta del congedo di maternità obbligatorio, e le donne percepiscono un’indennità pari all’80% della retribuzione che è a carico dell’INPS.
Vi è un’altra opzione, quella di poter usufruire del congedo maternità, quindi dei 5 mesi di astensione dal lavoro interamente dopo al parto, ma per richiedere ciò è necessario che un medico dia l’assenso.
Qualora poi lo specialista, attraverso previo accertamento dovesse appurare l’esistenza di cause che impongano cautela per la donna incinta nello svolgimento del suo lavoro, può richiedere la sua astensione prima dei termini di legge. In tantissime si chiedono poi se è ammissibile una proroga, e la risposta è si. L’estensione del periodo di congedo obbligatorio si può prorogare fino ad un massimo di 7 mesi dopo il parto.
Se sei in gravidanza e, per qualche motivo, non riesci a svolgere il tuo lavoro e, dunque, a conciliare la vita da mamma a quella da professionista, sappi che puoi ricorrere all’estensione del periodo di congedo di maternità.
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