In Italia, circa un neonato su cento è affetto da una cardiopatia congenita. Si tratta di un’anomalia del cuore o dei grandi vasi, già presente durante la vita fetale. Ma davvero esiste uno strumento che aiuta a prevenire tali anomalie cardiache congenite?
Le cardiopatie congenite rappresentano il 40% di tutte le malformazioni. E purtroppo determinano una mortalità pari al 4% in fase neonatale, cioè nel periodo che comprende i primi 28 giorni di vita del piccolo. Inoltre comportano spesso un rischio di complicanze ed esiti su cui bisogna intervenire anche chirurgicamente.
Tali rischi differiscono in base alla severità e complessità del difetto presente. Alcune di queste cardiopatie congenite cardiache sono poi definite critiche perché conducono a un rischio di scompenso acuto e necessitano il più delle volte di una procedura interventistica o una correzione chirurgica entro il primo mese di vita. Secondo gli ultimi dati, almeno un neonato ogni mille bambini nati vivi va operato.
Esistono tuttavia delle misure preventive. Cioè strategie idonee a ridurre il rischio di insorgenza di malformazioni congenite. Ecco cosa spiegano i neonatologi. Conta moltissimo, per esempio, una dieta ricca di un determinato acido. Bisognerebbe insomma integrare vitamina M o B9 almeno tre mesi prima del concepimento. Inoltre è importantissimo che la gestante assuma uno stile di vita appropriato. Cosa significa? Lo sappiamo bene: evitare certi farmaci, star lontane da fumo e alcool, ridurre lo stress. Sempre raccomandata poi la vaccinazione contro le principali malattie infettive a rischio teratogeno.
Acido folico per prevenire le anomalie congenite cardiache
L’acido folico è una vitamina idrosolubile del gruppo B, importante per tutte le reazioni di sintesi, riparazione e metilazione del DNA. Sia i bambini sia gli adulti necessitano di questo acido per produrre normalmente i globuli rossi e prevenire forme di anemia. Alle donne che decidono di concepire è sempre raccomandata l’assunzione di 400 microgrammi al giorno di acido folico, per prevenire l’insorgenza di varie malformazioni fetali, fra cui quelle cardiache.
E in certi casi, a scopo profilattico, si raccomandano dosaggi più alti. Cioè fino a 5 milligrammi al giorno. Di solito si parte due mesi prima del concepimento e si va avanti fino a tre mesi per il dopo concepimento. E chi assume poca frutta e verdura, ha bisogno di certo di aumentare il dosaggio.
Importantissima è poi la diagnosi prenatale. Solo in questo modo è possibile definire correttamente il difetto cardiaco congenito e pianificare il parto in uno dei centri dotati di cardiologia pediatrica, terapia intensiva cardiologica e cardiochirurgia pediatrica, proprio per intervenire tempestivamente già nei primi giorni di vita. La diagnostica prenatale consente quasi sempre l’identificazione di quelle malformazioni che si accompagnano a sbilanciamento delle camere cardiache.