Ragazzino appeso al passaggio al livello: urla e panico, il finale lascia davvero senza parole

Urla, panico e brividi, si è temuto il peggio: Lunedì scorso un ragazzino di 13 anni è rimasto appeso alla sbarra di un passaggio a livello.

Forse un pericoloso gioco tra adolescenti che rischiava di concludersi nel peggiore dei modi, oppure una fatalità: non è ancora chiaro come abbia fatto, un ragazzino di 13 anni, lunedì scorso, a rimanere aggrappato al passaggio a livello di via San Vito e via Martiri della Libertà, a Nole (Torino), per una ventina di minuti.

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Ragazzino di 13 anni appeso alla sbarra del passaggio a livello (Universomamma.it)

Ha rischiato di cadere, poteva essere investito da un convoglio in corsa, poteva morire folgorato visto che sopra la sua testa c’erano i tralicci della corrente, a pochi centimetri da lui. Temerario, incosciente, solo sfortunato? Difficile immaginare che non sia stata una cosa voluta, forzata: il ragazzino si sarebbe aggrappato alla sbarra del passaggio a livello quando era chiusa e si sarebbe fatto poi trascinare in alto, è questa l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti. Se fosse vero, però, come avrebbe fatto ad evitare l’impatto con il treno? Oppure si sarebbe arrampicato, esile com’è, sulla sbarra, quando era già alzata.

Brividi e panico: cosa ci faceva un ragazzino appeso alla sbarra del passaggio a livello?

Tra ragazzini esistono misteri, riti di iniziazione, pegni da pagare, che rappresentano un mondo chiuso a doppia mandata agli adulti, con cui la maggior parte delle volte gli adolescenti comunicano davvero poco. Come quando saltano da un tetto all’altro rischiando di precipitare nel vuoto. Scelte poco comprensibili, lontane dalla nostra logica: voglia di mettersi in mostra, desiderio di essere leader e di essere accettati, di piacere alle ragazze, di dimostrarsi forti, spavaldi, invincibili.

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Ragazzino 13enne salvato dalla polizia (Universomamma.it)

Sono stati veri e propri attimi di paura allo stato puro: è stato fatto avvicinare uno scuolabus per attutire la sua caduta, dopo che i passanti hanno allertato il 112. Il ragazzino non aveva nessuna intenzione di scendere, forse impaurito: gli agenti hanno preso una scala e lo hanno recuperato mettendolo in salvo. Poi lo hanno condotto nel più vicino posto di polizia e hanno cercato di capire la dinamica dei fatti, affidandolo, di fatto, alle cure dei genitori.

Una “bella lavata di testa”, non c’è dubbio, il ragazzino deve averla avuta, per una bravata di non poco conto che poteva davvero costargli caro. Magari, però, potrebbe essersi davvero trattato di un incidente: sulla vicenda, essendo un minorenne, vige il massimo riserbo. La fortuna ha voluto che il tutto non finisse in tragedia e che non è stata riempita una nuova pagina di cronaca nera locale.

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