La recente fortissima scossa di Terremoto che ha sconquassato l’Anatolia non solo spaventa e addolora, ma aumenta la preoccupazione.
In Italia lo sappiamo bene quanto quest’aspetto sia un tasto ancora troppo dolente, per un Paese come il nostro che si ritiene “sviluppato”, “moderno” ed europeo. Sono ancora troppe le famiglie a distanza di 6 anni dall’ultimo terremoto nelle Marche, a non avere il proprio tetto sulla testa.
Il Piceno è stato duramente colpito dall’ improvviso movimento della crosta terrestre provocando una ferita indelebile per tutte le persone coinvolte, sia direttamente che indirettamente. Sicuramente non lo dimenticheranno le 715 famiglie della città medievale, ancora impossibilitate a rientrare nelle loro casa. Come si legge sul Corriere Adriatico, è la prova che le ricostruzioni private non si sono rimesse in carreggiata, nonostante l’avvio delle centinaia di pratiche da parte dell‘Ufficio sisma comunale, con tanto di impalcature posizionate ovunque.
Nel frattempo queste famiglie sono state sistemate in alloggi temporanei ma l’Arengo getta una criticità sulle previsioni di spesa per tutto il 2023 che equivalgono ad altri ben 5 milioni di euro che saranno sborsati dalla direzione regionale della Protezione Civile. Insomma, soldi che vengono spesi per una situazione provvisoria che si sta protraendo troppo nel tempo. Forse parlare di temporaneità è persino ridicolo. Nel frattempo queste famiglie stanno percependo i Cas e intanto attendono di ritornare a casa, ma tutto sommato non si è mosso niente di concreto a ci si trova fermi alla fase iniziale.
Ancora ingente il numero dei beneficiari
I ritardi hanno molteplici motivazioni, tra queste il fatto che c’è ancora chi non ha presentato il progetto d’intervento per la propria abitazione inagibile, ma ci sono anche molti altri che attendono che i cantieri riaprano o che i lavori già avviati arrivino alla conclusione.
Una macchina in panne che non dà segnali di ripresa, con una realtà chiara e concisa: ci sono 715 famiglie fuori dalla propria casa originaria e ciò non è che lo specchio della situazione complicata in cui versa il settore edilizio privato nel capoluogo marchigiano. “Sebbene siano stati avviati – è scritto nell’atto comunale preposto – molti dei lavori necessari per il ripristino delle abitazioni danneggiate, risulta ancora ingente il numero dei beneficiari aventi diritto al Cas e che ad oggi risultano essere oltre 700 le famiglie beneficiarie del contributo per l’autonoma sistemazione”.
E pensare che nel 2022 sono state istruite altre 222 pratiche, cioè il 29% in più rispetto all’anno precedente per la ricostruzione privata. Insomma, il compimento della ricostruzione sembra ancora molto lontana. La conferma del rinnovo del Cas per queste oltre 700 famiglie fuori dalla propria casa era già arrivata a ottobre, proprio nel momento in cui erano stati chiusi i termini per ripresentare domanda per l’ottenimento di questi contributi di autonoma sistemazione.