Nomofobia è una dei disturbi più diffusi in questo ultimo periodo e colpisce particolarmente i giovani: ecco di cosa si tratta.
Esistono nuove malattie, nuove patologie, nuovi malesseri, ma soprattutto nuove paure direttamente collegate con il progresso tecnologico. Sembrerebbe un controsenso, un enorme paradosso, ma in realtà non è affatto così.
L’apparente certezza e solidità fornita dai sempre più sofisticati strumenti di comunicazione, in realtà, in alcune persone, fomenta isolamento e ansia. Tutto questo è causato dal fatto che oggetti come il cellulare creano dipendenza, distruggono in qualche modo qualsiasi altro modo differente di relazionarsi. Qualcuno di voi, per caso, si reca ad una uscita serale con un amico per un aperitivo andando direttamente a prenderlo a casa? E lo fa senza prima messaggiarlo più e più volte, nonostante orario dell’incontro e modalità siano ben chiare? Oppure vi è mai capitato di vedere coppie, a tavola, al ristorante, con gli sguardi fissi sui propri smartphone, senza essere capaci di pronunciare alcuna parola tra loro?
La nomofobia (NO MObile PHOne PhoBIA) si riferisce alla preoccupazione o alla paura che gli individui provano quando sono senza il loro telefono cellulare o non sono in grado di usarlo. Il termine è stato coniato per la prima volta nel 2008 ed è considerato un tipo moderno di fobia.
L’uso eccessivo dello smartphone viene considerato, da una parte del mondo medico, come una minaccia emergente per la salute sociale, mentale e fisica. C’è sempre una maggiore necessità di ulteriori ricerche in questo senso, da parte di psicologi e psicoterapeuti, poiché questa patologia si sta evolvendo in un “focolaio epidemico” e riguarda direttamente il campo della sanità pubblica.
Risalendo alle prime fasi della storia evolutiva della vita, gli esseri umani hanno inventato e creato cose per facilitare la loro vita quotidiana. La tecnica di comunicazione è stata tra le fasi più importanti dei telefoni hanno fornito un modo di contatto. Dalla loro invenzione, i telefoni cablati si sono evoluti in telefoni cellulari. La società odierna tende a fornire aggiornamenti costanti nel campo della tecnologia della comunicazione.
Il telefono cellulare inizialmente inventato, è stato trasformato nello smartphone, che non è solo uno strumento di comunicazione, ma anche un supporto di archiviazione dati, una fotocamera e un dispositivo musicale e di gioco. La tecnologia della comunicazione gioca un ruolo significativo nella vita di tutti i giorni; tuttavia, l’uso sfrenato dello smartphone porta allo sviluppo di dipendenze comportamentali.
Caratteristiche psicologiche come stress, estroversione (bisogno di socializzazione e comunicazione), senso di mancanza di responsabilità (la comunicazione online avviene senza limitazioni e regole), instabilità emotiva (limiti indiretti della comunicazione e dello scambio di messaggi nevrotici), bassa autostima, mancanza di disciplina e caratteristiche demografiche come l’età e il sesso: tutto questo è stato associata alla dipendenza.
Depressione, aggressività, impulsività, isolamento: ecco alcuni dei sintomi più gravi della nomofobia. Sono da considerare molto simili all’atteggiamento assunto da chi trascorre la sua vita davanti ai video giochi.
In alcuni casi la nomofobia è considerata una “fobia situazionale” come l’agorafobia o la paura di ammalarsi e di non ricevere assistenza immediata, mentre, in altri casi, è considerata una “dipendenza comportamentale” verso il cellulare, manifestata da sintomi di dipendenza psicosociale e fisica.
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