Di recente al primo posto della classifica dei formaggi più buoni, ma nelle ultime ore il Parmigiano Reggiano è al centro di una bufera
La classifica 2023 dei formaggi più buoni al mondo vede al primo posto proprio il Parmigiano Reggiano ma, in realtà, sono tantissimi i formaggi italiani che occupano le prime posizioni. Con estremo orgoglio di tutti i cittadini, i prodotti gastronomici del nostro paese si distinguono per qualità e sapore e sono riconosciuti in tutto il mondo.
Nelle ultime ore, nella città di Torino, proprio il Parmigiano Reggiano è al centro di un’inchiesta che ha rivelato qualcosa di estremamente pericoloso. Se da un lato proprio in questi giorni questa specialità italiana viene festeggiata ed esaltata per il primo posto in classifica, dall’altro lato sta vivendo ore complesse. All’interno delle forme di formaggio, infatti, è stata trovata della cocaina: ecco tutti i dettagli di ciò che si è scoperto dalle autorità: la vicenda ha dell’incredibile e oggi i responsabili sono in carcere.
La Guardia di Finanza di Torino ha organizzato e gestito una vasta operazione antidroga, finalizzata a smantellare un’associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti nelle province di Torino, Asti e con ramificazioni in Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e Lombardia. Gli agenti hanno scoperto una realtà incredibile: la cocaina veniva trasportata da una zona all’altra del nostro paese all’interno delle forme di Parmigiano Reggiano.
Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dieci persone, sette delle quali oggi sono in carcere, è stata eseguita dalle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino. Gli agenti hanno sequestrato oltre cento chili di droga, che avrebbero generato introiti per circa 20 milioni di euro. All’apice sembra ci fosse un uomo di 37 anni di origini albanesi, mentre il gruppo era composto sia da italiani che da albanesi.
La cocaina arrivava dall’estero, soprattutto dall’Olanda, e veniva trasportata nel nostro paese all’interno di autoarticolati. Qui veniva poi stoccati in depositi situati ad Asti, Cuneo, Alessandria e Rovigo. Attraverso dei corrieri si distribuiva quindi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia e Sardegna, dove finiva nelle piazze di spaccio. Il trasporto tra regioni avveniva tramite veicoli a noleggio come camper o furgoni, oggi sequestrati dalle autorità: al loro interno, quindi, si trovavano le forme di Parmigiano usate come contenitore.
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