Sebbene ognuno sia genitore in modo diverso, ci sono sette tipi di genitorialità che racchiudono le caratteristiche più comuni: eccoli tutti.
Si tratta del lavoro più difficile del mondo e, sebbene in qualche modo venga spontaneo e sia innato, quando ci si trova di fronte ad alcune decisioni da prendere per il proprio figlio o la propria figlia è sempre complesso stabilire limiti e regole, sì e no.
Nessuno nasce genitore ma ci si ritrova nel momento esatto in cui il bambino o la bambina viene al mondo: ogni persona, quindi, diventa madre o padre con il tempo, man mano che il proprio figlio o figlia cresce. Questo impone un continuo rimodellamento di sé stessi e delle proprie convinzioni perché, come in molte altre situazioni della vita, anche in questa si impara sbagliando. Ecco quali sono i sette tipi di genitorialità.
Il primo profilo è quello della genitorialità attaccata. In questo caso, i genitori sono molto vicini ai figli sia psicologicamente che fisicamente: creano attorno a lui un ambiente protetto in cui le sue esigenze vengono soddisfatte non appena è possibile. Secondo uno studio pubblicato nel 2010 su APAPsychNET i bambini cresciuti in questo modo diventano sicuri di sé ed indipendenti.
Il genitore autorevole, invece, è lo stile che secondo molti è il più efficace: costruisce l’educazione del figlio su regole e confini chiari e precisi, ben stabiliti. Sa dimostrarsi solidale con la prole, ha un atteggiamento sicuro ma non autoritario: ha aspettative ragionevoli e, sebbene sia autorevole, non impone loro ansie o paure. La genitorialità autoritaria tende ad imporsi sui figli con desideri ed aspettative eccessive: le punizioni possono essere molto severe e la comunicazione è poco aperta.
La genitorialità ruspante permette ai figli di correre dei rischi: pur dando ai bambini delle regole, che se trasgredite portano a delle conseguenze, i genitori di questo tipo consentono ai propri figli di sperimentare, vagare e provare. In questo modo, i figli si sentono più liberi e, secondo gli studi, queste persone hanno una minore probabilità di sviluppare ansia e depressione. La genitorialità permissiva si basa invece su limiti blandi, regole scarse e possibilità per i figli di prendere decisioni in autonomia: il rischio, secondo gli esperti, è che i bambini possano mettersi nei guai facilmente: questo, per questo tipo di genitorialità, è però visto come libertà estrema di commettere errori e comprenderne i rischi.
La genitorialità negligente poi è quella dei genitori che sono poco coinvolti nella vita dei figli: a volte per difficoltà economiche, relazionali o di altro tipo, si tratta di un tipo di relazione che comporta nel bambino l’insoddisfazione dei propri bisogni fisici ed emotivi: queste persone, da adulte, possono diventare incapaci di gestire le proprie emozioni e son più propense alla depressione. La genitorialità elicottero, infine, è quella tipica dei genitori che organizzano ogni aspetto della vita dei figli, dal cibo sino al tempo libero. Amano risolvere i problemi al posto loro e questo atteggiamento, per quanto sia un porto sicuro, può creargli una mancanza di fiducia in loro stessi, nonché una scarsa autonomia.
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