Allarme scarlattina in gravidanza: cos’è, come si manifesta e come riconoscere sin da subito i primi sintomi.
La gravidanza è spesso un momento speciale per ogni donna, che inevitabilmente è chiamata a sottoporsi a controlli costanti per verificare di essere in buona salute e monitorare l’evoluzione del nascituro. Nel corso dei nove mesi è più che naturale modificare almeno parzialmente il proprio modo di agire nella quotidianità (alcol e fumo sarebbero assolutamente da evitare), anche se sarebbe ovviamente sbagliato cercare di essere condizionati da questo.
È però altrettanto importante evitare di sottoporsi a sbalzi di temperatura se non necessari, che possono generare influenza, visto che non è possibile prendere medicinali durante la gestazione. Sono in tante però a temere anche di prendere malattie infettive, se questo non è accaduto da bambine, visto che da adulti possono diventare più pesanti. Tra quelle che possono causare problemi c’è, ad esempio, la scarlattina.
La scarlattina: una malattia poco piacevole da bambini e non solo
Si tende spesso ad associare le malattie infettive solo al periodo dell’infanzia, ma questo è certamente un errore. Chi non le ha prese da bambini, infatti, può correre il rischio di ammalarsi da adulto, specialmente se dovesse essere a contatto con i più piccoli che hanno lo stesso problema.
Nell’ultimo periodo, soprattutto in Lombardia, si sta registrando una crescita di pazienti con la scarlattina, una malattia esantematica e contagiosa, caratterizzata da pelle arrossata (anche ispessimenti o vescicole, spesso pruriginosi o dolorosi), oltre a febbre, brividi di freddo e nausea. Si tratta di una situazione da non sottovalutare, visto che, a differenza di altre malattie infettive quali varicella, morbillo e rosolia, non è possibile fare alcuna azione preventiva attraverso un vaccino apposito.
La scarlattina è l’unica a non essere causata da un virus. In un primo momento, infatti, può essere scambiata per una semplice influenza, visto che si caratterizza da sintomi quali il mal di gola, per poi proseguire con febbre alta (38-40°C) e mal di testa. Nell’arco di un giorno o due, però, ogni dubbio a riguardo viene eliminato grazie alla comparsa della classica eruzione cutanea caratteristica (detta anche rash scarlattinoso), che prevede puntini rossi, fitti e ravvicinati, che fanno sembrare la pelle quasi come una sorta di foglio di carta vetrata. In genere, dai tre ai sette giorni, i segni scompaiono, anche se potrebbe verificarsi una sorta di desquamazione nei punti in cui era maggiormente evidente.
Come è facile immaginare, un problema come questo sarebbe decisamente da evitare in gravidanza, periodo in cui è fondamentale fare il possibile per preservare il proprio stato di salute, pur essendo costantemente sotto controllo medico. Questa è considerata contagiosa dal periodo dell’inizio dei sintomi fino a circa 24 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica. Al momento non ci sono prove sulla sua pericolosità per il feto durante la gravidanza, ma sarebbe bene evitare contatti stretti con persone malate e contattare il medico in presenza di eventuali sintomi “sospetti”.
La febbre dovuta all’infezione potrebbe però causare un parto pretermine, secondo uno studio effettuato dall’Ospedale Bambino Gesù. È comunque consigliabile sottoporsi a un tampone faringeo se un bambino in casa dovesse ammalarsi. In caso di esito positivo, ala futura mamma sarà consigliato un antibiotico che può essere somministrato nel corso della gravidanza. A questo dovrebbe poi essere affiancato il riposo e il consumo di liquidi nell’arco della giornata per evitare la disidratazione.