La bimba presentava gravi irritazioni e i medici non riuscivano a spiegare le motivazioni: le indagini hanno portato all’arresto della mamma.
Più di 80 fotografie, rinvenute nel cellulare della donna, hanno rivelato la terribile verità che si nascondeva dietro quelle lesioni.
L’amara verità si nascondeva tra le mura domestiche. La bimba, poco più di un anno di vita, era stata ricoverata per ben tre volte negli ultimi sei mesi. L’ultimo ricovero, il quarto, al Policlinico di Milano, ha finalmente insospettito i medici facendo partire le indagini della polizia. La bimba infatti presentava da tempo gravi irritazioni cutanee, sparse su tutto il corpo, a cui non si riusciva a dare una spiegazione. Le indagini partite dalla Procura di Milano su segnalazione dei medici hanno consentito, attraverso telecamere appositamente nascoste in ospedale, di scoprire le responsabilità della mamma che è stata quindi arrestata immediatamente il 3 febbraio scorso.
Le videocamere hanno infatti ripreso la donna intenta a spruzzare, da distanza ravvicinata, del deodorante spray sul corpicino della bimba, provocandole quelle gravi ustioni che da mesi la affliggevano. La donna, una ventisettenne italiana, è accusata di maltrattamenti aggravati e si trova attualmente nel carcere di San Vittore. L’istanza dei suoi legali con la richiesta della concessione dei domiciliari presso una struttura in un luogo di cura è stata, al momento, respinta.
Sono state ritrovate, all’interno del telefonino della mamma, più di 80 foto delle ustioni presenti sul corpicino della figlia. Lei stessa le riprendeva per poi inviarle al pediatra di fiducia e richiedere così i ricoveri della bambina. Le immagini hanno evidenziato che i maltrattamenti andavano avanti, molto probabilmente, fin dai primi mesi di vita della neonata. Per questo alla donna è stata negata la misura degli arresti domiciliari. I giudici hanno ritenuto molto alto il rischio che possa trasferire la propria aggressività su altre persone con cui potrebbe avere rapporti ravvicinati.
I legali della difesa, gli avvocati Vincenzo Sparaco ed Emmanuele Panza, a fronte dell’evidente disagio psichico della madre della bimba, hanno richiesto che venga affidata ad un esperto una consulenza psichiatrica per accertare le cause, e la portata, di questo malessere psicologico dimostrato dalla donna con questi incomprensibili atti di violenza sulla propria figlia. Come è naturale che sia inoltre, hanno presentato alla Procura richiesta di un incidente probatorio sulle fotografie trovate nel cellulare della donna.
La piccola nel frattempo è stata, ovviamente, sottratta ai genitori ed affidata ai servizi sociali. Al momento si trova in una struttura protetta in attesa degli sviluppi del processo e delle decisioni del Tribunale dei Minori rispetto alla sua adottabilità e se questa possa avvenire, eventualmente, all’interno dell’ambito familiare, come sarebbe auspicabile.
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