Emergenza per oltre 50mila adolescenti in Italia: cos’è il fenomeno hikikomori e come affrontarlo

Un pericoloso fenomeno di disagio sociale giovanile: si chiama hikikomori e in Italia sarebbero almeno 50mila gli adolescenti a rischio.

Il lungo e doloroso isolamento legato al lockdown dell’emergenza sanitaria non avrebbe fatto altro che acuire la sofferenza di soggetti psicologicamente più fragili e di conseguenza a rischio.

Hikikomori: 50mila giovani italiani a rischio
Hikikomori: il nuovo disagio sociale arriva dal Sol Levante (Universomamma.it)

Il suo contributo a questa profonda condizione di disagio, che porterebbe adolescenti ed adulti a rifiutare totalmente la realtà esterna, chiudendosi per mesi, addirittura per anni, nella propria camera, lo avrebbe dato anche il progresso tecnologico. Conosciamo bene il rischio di quel crearsi altre realtà, apparenti, virtuali, effimere, che diventano per tanti nostri figli il rifugio per nascondere il proprio malessere. Non parlano più con noi, smettono di comunicare, hanno attacchi di rabbia improvvisa, alternandoli con momenti di panico e sconforto.

Hikikomori: l’allarme di disagio sociale giovanile arriva dal Sol Levante

Il nuovo fenomeno che mette in allarme le famiglie, in relazione alla salute mentale dei propri ragazzi, si chiama Hikikomori, ed è stato scoperto e analizzato in Giappone alcuni anni fa. Gli effetti devastanti sarebbero arrivati anche in Italia, dove gli esperti denunciano numeri già allarmanti, con 50mila giovani potenzialmente a rischio. Il Giappone, ancora oggi, sta affrontando una crisi silenziosa le cui conseguenze hanno esiti molto più gravi di quanto si immagini e potrebbero diffondersi oltre i confini, come starebbe già accadendo in Italia.

La parola è una combinazione del verbo 引く (hi-ku) che significa “tirare” e del verbo 込む (ko-mu) che significa “restare” o “rimanere”. Quindi, un hikikomori è colui che si allontana dalla società, di solito per rimanere in uno stato di illusoria sicurezza.

hikikomori fenomeno in crescita
Hikikomori, fenomeno in crescita (Universomamma.it)

Gli Hikikomori sono prevalentemente giovani adulti, principalmente maschi. Simile ai fenomeni di agorafobia (una condizione in cui i malati diventano ansiosi in ambienti non familiari), gli hikikomori sono caratterizzati da uno stile di vita solitario autoimposto.

Rifiuteranno completamente l’interazione con il mondo esterno e rimarranno nelle loro case per periodi di tempo prolungati. Uno dei motivi più comuni di ritiro sociale deriva dal bullismo o dalle molestie a scuola o al lavoro. Coloro che diventano reclusi, spesso lo fanno come mezzo per evitare molestie o aspettative sociali che hanno timore di non poter essere in grado di corrispondere.

Ecco chi sono gli hikikomori: già 50mila giovani italiani sarebbero a rischio

Gli Hikikomori tendono a sperimentare, sulla propria pelle, dolorosamente, una riduzione della qualità della vita rispetto ai loro coetanei, spesso fomentando problemi di salute mentale preesistenti. Studi accademici suggeriscono che gli Hikikomori affrontano tassi più elevati di depressione, ansia e possono arrivare al suicidio.

Hikikomori: isolamento e depressione negli adolescenti
Hikikomori: anche tuo figlio è a rischio, scopri cosa dicono gli esperti (Universomamma.it)

L’esperienza del Giappone con questa “epidemia sociale”, straordinariamente moderna, può aiutarci a comprendere meglio il fenomeno e consentire ai responsabili, politici e sanitari, di altre nazioni, nonché alle famiglie, di attuare strategie adeguate per evitare che il problema peggiori.

Nel Sol Levante il forte spirito di competizione che si respira tra i giovani, spesso fomentato dalle famiglie, e che coinvolge giovani uomini e giovani donne già a partire dagli anni scolastici, ed esplode nel percorso lavorativo, era già stato inizialmente osservato negli anni ’70, ma è diventato un problema molto più grande negli anni ’90, quando l’economia giapponese ha iniziato a rallentare. L’ambiente economico è diventato più ostile e ha reso molto più difficile per la popolazione più giovane trovare e mantenere un impiego, spingendo molti al ritiro sociale, alla depressione, al senso di fallimento.

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