E se finalmente qualcuno ci dicesse che il fritto non fa poi così male? Incredibile la teoria degli studiosi elvetici di Losanna: non crederai a tutto ciò.
Per decenni la frittura, tecnica di cottura che è storia, è cultura, è emblema della tradizione culinaria italiana, dal Piemonte alla Sicilia, è stata per certi versi anche demonizzata da un crescente filone culturale salutista, che ha trasformato arancini, crocchè, frittatine di pasta, fiori di zucca pastellati ripieni di alici e mozzarella (ma non vi viene l’acquolina bocca solo a nominare tutto questo?) in vere e proprie ricette da debellare, da cancellare dalla propria alimentazione.
E mentre una fetta della popolazione ignora volutamente tutto ciò, affiancando, in particolare il sabato sera, alla classica pizza con gli amici, una buona dose di finger food preparati ad arte nell’olio bollente, arriva addirittura una teoria, che pare essere molto attendibile, secondo la quale mangiare cibi fritti, naturalmente nella giusta quantità, e senza esagerazioni, può addirittura fare bene alla salute.
Lo studio, frutto delle ricerche di della Scuola Politecnica di Losanna, e pubblicato sull’autorevole rivista Nature Communications, avrebbe messo in evidenza che determinati grassi possono fare davvero bene alla salute, poiché stimolerebbero la formazione della bile, sostenendo a pieno la digestione.
Naturalmente, non puoi pensare di abbuffarti di arancini e pizzette fritte di pasta cresciuta con pomodoro e mozzarella tutte le sere e pensare di stare bene in salute. Puoi farlo una volta ogni tanto, accompagnando questi percorsi golosi ad una sana attività fisica, ricordando, inoltre, che una buona frittura nasce sempre se preparata ad arte, con un olio alla giusta temperatura, che non generi quelle sostanze cancerogene come l’acrillamide.
Potrebbe non sorprendere troppo il fatto che, secondo questo studio, il grasso nel cibo aiuti a stimolare il flusso della bile. Quando mangi un panino con burro di arachidi e gelatina, il grasso nel burro di arachidi attiva un ormone chiamato colecistochinina nel tuo intestino tenue, avvisando la tua cistifellea che la bile è necessaria per aiutare a digerire il grasso. Altre fonti di grassi includono oli, latticini, carni marmorizzate e appunto cibi fritti.
La bile è un fluido giallo-verde composto da una serie di sostanze, tra cui acqua, elettroliti, acidi biliari e colesterolo. La bile viene prodotta nel fegato e immagazzinata nella cistifellea finché non è pronta per essere utilizzata per la digestione. Il tuo corpo produce più di 2 tazze di bile ogni giorno. La bile in realtà non digerisce il grasso, ma lo emulsiona, rendendolo più accessibile agli enzimi che digeriscono i grassi che aiutano a scomporre il grasso in acidi grassi.
Quindi, se ogni tanto vuoi dedicarti ad una bella scorpacciata di grassi, preparati in modo comunque corretto, devi sapere che entrerà in azione la bile pronta ad aiutarti a digerirli.
In definitiva, e anche i medici italiani sarebbero d’accordo, pare che il fritto abbia davvero un potere disintossicante. L’olio caldo attiva il fegato, fa secernere più bile e di conseguenza velocizza il transito intestinale, portando via le tossine. Certo, non bisogna esagerare. Due fritture alla settimana per chi non è in sovrappeso sono perfette.
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