Il Ministero della Salute mette in allerta i consumatori: un lotto di una delle più note marche di snack salati è stato ritirato dal mercato.
Siamo di fronte ad un prodotto che è storia della nostra alimentazione quotidiana, di cui non potremmo mai fare a meno, anche se certo non rappresenta un’eccellenza gastronomica in termini di freschezza. Lo possiamo classificare nella categoria degli snack, lo troviamo in fondo in tutte le case, nei bar, nei supermercati: difficile immaginare che possa esistere una famiglia che, al di là della marca, non ne abbia mai acquistato una confezione.
Il Ministero della Salute, però, non deve mai dare nulla per scontato e, doverosamente, durante le sue analisi cliniche sul contenuto degli alimenti, freschi e confezionati che ci circondano, venduti nella Grande Distribuzione, ci tiene costantemente in allerta su possibili lotti di prodotti che, in determinate occasioni, subiscono alterazioni durante il proprio percorso di preparazione.
Ecco perché, in questo momento, il Ministero ha ritenuto necessario diramare una nota urgente, attraverso la quale ha messo in allerta i consumatori sul lotto di una famosa marca di chips di verdure confezionate. Si tratta, per l’esattezza, della nota marca Amica Chips, brand molto noto sul territorio nazionale. Gli ispettori, responsabili della salute della collettività, si riferiscono in particolare al lotto 080587. La circolare parla chiaro: chiunque avesse acquistato confezioni di chips di verdure rientranti in questo lotto, farebbe meglio a restituirli al punto vendita, in quanto potrebbero contenere sostanze potenzialmente cancerogene.
Cerchiamo adesso di capire insieme la ragione scatenante di questo provvedimento. Ne abbiamo già sentito parlare diverse volte: si tratta dell’acrilammide. In parole povere, quando si raggiungono determinate temperature di cottura, in questo caso legate alla frittura, si scatena appunto la formazione di sostanze nocive per il nostro organismo. Accade lo stesso, quando, ipoteticamente, un ristorante, dopo la terza frittura di pesce, superati i 180 gradi, non cambia l’olio per cucinare e continua ad usarlo. L’acrilammide, però, si può generare anche con altri processi di cottura, non solo con la frittura.
Il rischio, più concreto, rispetto all’ingestione di prodotti che hanno generato acrilammide, è certamente il cancro. L’acrilammide negli alimenti si forma dal processo termico degli zuccheri e da un amminoacido che sono naturalmente presenti negli alimenti; non proviene da imballaggi alimentari o dall’ambiente. E’ molto più probabile che l’acrilammide si formi, quindi, quando il protagonista della cottura a temperatura elevata, è un vegetale, con il suo amido.
La cottura ad alta temperatura, come friggere, arrostire o cuocere al forno, è molto probabile che causi la formazione di acrilammide. L’ebollizione e la cottura a vapore in genere non formano acrilammide. Questo si trova principalmente negli alimenti a base di piante, come i prodotti a base di patate, i prodotti a base di cereali o il caffè. Non si forma, o si forma a livelli inferiori, nei latticini, nella carne e nei prodotti ittici. In generale, è più probabile che si accumuli quando si cucina per periodi più lunghi o a temperature più elevate.
Le chips di verdure lo sappiamo, sono uno snack a cui i nostri bambini non rinuncerebbero mai. Ma tu, mamma, sai bene, che basta poco per farle in casa, con amore, con coscienza, per soddisfare la loro golosità e tutelare la loro salute.
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