Ancora un ritrovamento sorprendente in Egitto: gli archeologi non riuscivano a crederci quando hanno visto questo straordinario reperto.
Uno straordinario filo sottile, indissolubile, collega il nostro presente e il nostro passato. Ci sono civiltà, meravigliose, culle di storia e di incredibili misteri ancora da svelare, che attendono solo, nel corso del tempo, di essere ulteriormente comprese, apprezzate, di diventare ancora di più, legittimamente, patrimonio dell’umanità.
Tutto questo è davanti a noi, grazie alle incredibili eredità che ci sono state lasciate e che sono conservate nelle viscere della terra. Compito dell’archeologia è quello regalarci simboli e reperti di un passato incancellabile. L’Egitto con le sue Piramidi, con i suoi tunnel sotterranei, con i suoi riti magici, con la sua cultura che ha fatto da apripista a ad altri popoli, rappresenta, in tal senso, un mare magnum di scoperte archeologiche ancora tutte da portare alla luce.
E quando tutto ciò accade, quando una squadra di valenti archeologi, si ritrova davanti, spettacolari manufatti del passato, testimonianze incredibili di fatti, di azioni, di culti, il mondo non può che gioire, emozionarsi.
L’Egitto non smette mai di sorprendere: ecco cosa gli archeologi hanno tirato fuori dalle viscere della terra
Nei giorni scorsi, gli archeologi, in Egitto, hanno portato alla luce una statua della sfinge “con una faccina sorridente e due fossette”. E’ accaduto vicino al Tempio di Hathor, uno dei siti antichi meglio conservati del paese. Lo ha comunicato con un annuncio ufficiale il Ministero del Turismo e delle Antichità (MoTA). Il meraviglioso manufatto in pietra calcarea, che si ritiene sia una rappresentazione stilizzata di un antico imperatore romano, ricordiamo infatti quale rapporto e quale influenza abbia avuto la civiltà romana con la sua presenza in Egitto, è stato trovato all’interno di una tomba a due livelli vicino ad un tempio nel sud del Paese.
Accanto alla sfinge “splendidamente e accuratamente scolpita”, i ricercatori hanno trovato “una stele romana scritta in caratteri demotici e geroglifici”. Una volta completamente decifrata, la stele potrebbe far luce sull’identità del sovrano scolpito, che secondo il gruppo di ricerca egiziano potrebbe essere l’imperatore Claudio. Un omaggio incredibile, quindi, in stile egiziano, ad un imperatore romano, raffigurato nella maestosità e nel velo di mistero di una sfinge: tutto questo viene alla luce a distanza di secoli e secoli, e naturalmente siamo di fronte a un reperto che ha un valore incalcolabile.
Il tempio di Hathor, a circa 500 km (310 miglia) a sud della capitale, Il Cairo, ospitava, come noto, lo Zodiaco di Dendera, una mappa celeste esposta al Louvre di Parigi dal 1922, più di un secolo dopo che il francese Sebastien Louis Saulnier l’aveva fatta “saltare” fuori dal tempio. Il Governo egiziano legittimamente lo rivuole indietro.
Il Paese ha svelato importanti scoperte archeologiche negli ultimi mesi, principalmente nella necropoli di Saqqara a sud del Cairo, ma anche a Giza, sede dell’unica struttura sopravvissuta delle sette meraviglie del mondo antico. Più a sud, a Luxor, gli archeologi hanno scoperto una “città residenziale completa di epoca romana” di 1.800 anni. Alcuni esperti ritengono che tali annunci abbiano un peso più politico ed economico che scientifico, poiché l’Egitto conta sulle scoperte archeologiche per rilanciare la sua vitale industria del turismo, nel bel mezzo a una grave crisi economica.