Come aumentare l’autostima dei propri figli: tutto parte da come ci comportiamo durante lo svezzamento

I neonati sono più forti e intelligenti di quanto pensiamo: il nostro comportamento, durante lo svezzamento, aumenta la loro autostima.

L’alimentazione è un evento primario nella vita di un neonato e di un bambino piccolo. È al centro dell’attenzione dei genitori e dei pediatri, lo studio dell’interazione sociale del neonato attraverso la comunicazione verbale e non verbale. “L’esperienza del mangiare” fornisce non solo sostentamento ma anche un’opportunità di apprendimento che si rivela fondamentale nella crescita del tuo piccolo.

Svezzamento e autostima
Svezzamento: ecco perché per i pediatri è un momento fondamentale anche di comunicazione

La comunicazione che si genera tra la mamma e il bambino, durante l’allattamento, prima, e durante lo svezzamento, poi, non solo influenza la crescita fisica e la salute dei tuoi figli, ma anche il loro sviluppo psicosociale ed emotivo. I primi tre anni di vita sono una sfida particolare per tuo figlio, perché le capacità e le esigenze di alimentazione di un bambino cambiano con lo sviluppo motorio, cognitivo e sociale. Nella prima fase (dalla nascita ai tre mesi) di autoregolazione e organizzazione, sostengono gli esperti, il bambino integra esperienze di fame e sazietà per sviluppare modelli di alimentazione regolari.

Svezzamento: tuo figlio comunica attraverso il cibo e acquista autostima, ecco perché sono momenti fondamentali

Ipotizziamo che tu allatti tuo figlio al seno fino al sesto/settimo mese, come consigliato dall’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità. Nella seconda fase, dicono sempre gli esperti, (da tre a sette mesi), il bambino e il genitore “cementificano” un attaccamento che consente di comunicare tra loro e il neonato sviluppa fiducia di base e comportamenti auto-calmanti attraverso l’interazione con la madre e con suo latte.

Svezzamento in correlazione con l'autostima
Svezzamento: lascia che il tuo bambino comunichi attraverso il cibo – universomamma.it

Siamo ancora, come detto, nel pieno dell’allattamento, e il rapporto diretto madre-figlio è alla base di tutto. In questa fase il piccolo dipende esclusivamente dalla madre per alimentarsi e comunica a lei e solo a lei i suoi stati d’animo legati alla fame, al dolore, alla gioia.

Nella terza fase (dai sei ai 36 mesi), quella dello svezzamento vero e proprio, il bambino si “separa” gradualmente dal punto di vista emotivo dal genitore e scopre un senso di indipendenza o autonomia attraverso il cibo. E’ qui, in questa fase, che il ruolo del genitore diventa fondamentale, nel lasciare che il piccolo interagisca con il cibo, comprenda i colori, i sapori, possa acquistare un’autonomia, attraverso l’alimentazione, che certo non aveva prima, e che contribuirà alla serenità, alla forza, all’autostima di quelli che saranno i suoi primi anni di vita di piccolo adulto.

In questo video di tik tok si evidenzia la caparbietà di una bambina nel suo rapporto di autonomia con il cibo, fonte @educazionerispettosa.

@educazionerispettosa

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Lascialo giocare con il cibo, dicono i pediatri e i pedagoghi, lascia che si sporchi, che senta i profumi, che prenda da solo le posate per mangiare, mentre tu lo sorvegli e lui è nel seggiolone. Non imporgli nessuna regola, guardalo mentre da solo o da sola, acquista autonomia nel mangiare e comunica straordinariamente con il cibo.

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