Durante la gravidanza, si dovrebbe stare attente a diversi alimenti e bevande. Per quanto riguarda l’alcol, ecco tutto quello che si deve sapere
I nove mesi di gravidanza, se fisiologica e quindi in assenza di particolari problematiche, possono essere vissuti con normalità e spontaneità. L’attività fisica controllata è consigliata, poiché può aiutare non solo a sostenere il peso della pancia ma anche a sviluppare la muscolatura che servirà in fase di travaglio. Anche a tavola si può stare serene, non esagerando e adottando un’alimentazione sana: all’alcol, però, si deve fare attenzione.
Sono ormai tanti anni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità informa le donne in merito ai potenziali rischi legati al consumo di alcol durante la gravidanza. Nonostante si tratti solo di nove mesi, più eventualmente quelli dell’allattamento, sono però ancora molte le donne che non seguono il consiglio e si concedono una birra o un calice di vino. Ecco cosa rischiano.
Alcol in gravidanza: i rischi sono reali (e potenzialmente gravissimi)
Solo qualche anno fa, l’Italia ha vinto un riconoscimento come migliore studio nell’ambito del congresso annuale sulle problematiche legate all’esposizione fetale all’alcol. La scienza, infatti, continua a studiare il fenomeno e a parlarne poiché, nonostante la conclamata pericolosità, sono ancora molte le donne che assumono alcol in gravidanza.
Le donne che assumono alcol in gravidanza espongono i propri figli a delle conseguenze molto gravi, che possono essere neurologiche o strutturali. Secondo dati del Ministero della Sanità, nel mondo ben 1 donna su 10 fa uso di alcol durante la gestazione. I danni sono riconducibili nella maggior parte dei casi alla sindrome fetoalcolica e a disturbi appartenenti allo spettro dei disordini fetoalcolici.
L’alcol, infatti, attraversa la placenta e viene quindi a contatto con il bambino. Questo può comportare, oltre l’aborto spontaneo, anche problematiche nel suo sviluppo. A livello cerebrale e del sistema nervoso centrale possono verificarsi danni anche irreversibili come ritardi nello sviluppo, disabilità comportamentali e neuro-cognitivi o anche malformazioni congenite: essendo una sostanza tossica, nuoce sia alla mamma che al feto ed è particolarmente dannoso durante le prime settimane e nell’ultimo trimestre di gravidanza.
La sindrome fetoalcolica, che è la conseguenza più diffusa, è la prima causa conosciuta di ritardo mentale nel bambino e nell’adulto. L’unico ed efficace modo per evitarla è quella di astenersi completamente dall’assunzione di bevande alcoliche lungo i nove mesi e, se consigliato dal medico soprattutto durante l’allattamento, anche oltre.