Sappiamo tutti quanto preziosi siano i punti della patente per evitare di subire il ritiro del documento. In caso di multa per fortuna è possibile difenderli.
Quando si viaggia in strade rettilinee con poco traffico la tentazione di accelerare è forte e con il limite di tolleranza abbassato è facile rischiare la multa. Gli autovelox non perdonano, anche per un solo chilometro orario, e la somma da pagare anche per eccessi lievi non è esigua. Per scoprire se durante un momento di distrazione o di eccessiva fretta si è premuto troppo l’acceleratore però occorre attendere. La notifica arriva entro 90 giorni, quindi anche diverse settimane dopo l’effrazione.
Uno dei problemi che insorgono più di frequente è che dato che si fotografa la targa la multa viene spedita al proprietario del veicolo. Però se la stessa macchina è guidata da più persone, può essere che il conducente in quel preciso giorno fosse qualcun altro: marito, moglie, figlio neopatentato…se si ha una sola auto è facile. In tal caso si hanno 60 giorni dal ricevimento della multa per comunicare chi si trovasse alla guida in quel momento. Un piccolo problema può insorgere qualora il veicolo sia stato prestato per oltre 30 giorni. In tal caso servirà verificare che sul libretto di circolazione compaia il nominativo di questa persona.
C’è anche un’altra circostanza che può preservare la patente da ripercussioni, ossia quando non ci si ricorda se si stesse guidando. Dopotutto dopo 90 giorni è difficile avere chiari tutti gli spostamenti effettuati in una data precisa, a meno di non avere un’agenda superorganizzata. Alla Corte di Cassazione è arrivato un ricorso legato proprio a questo problema: la donna che aveva ricevuto la multa aveva il vuoto totale in testa in merito al giorno indicato. Nonostante ci avesse pensato a lungo, non ricordava niente.
Dato che la signora si è preoccupata di notificare questa difficoltà, il giudice ha riconosciuto le sue ragioni. Dopo un certo lasso di tempo non si può condannare qualcuno per una mancanza giustificata oltre che comprensibile. Ovvio che giustificarsi così vale solo quando si tratta della verità effettiva. Diversamente basta poco a tradirsi e rischiare molto di più per aver testimoniato il falso. Dimenticarsi dove ci si trovasse non salva dal pagamento di una somma a tre cifre (268 euro) ma almeno i punti della patente in questo caso rimangono intoccabili.
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