Il posto mozzafiato più bello da vedere è a soli pochi passi da voi. Un luogo dove ora la natura risplende come non mai. Qual è questo posto?
Per l’inverno ormai stanno scorrendo i titoli di coda. Le giornate sono sempre più lunghe ed il sole sempre più caldo. Ci siamo, la bella stagione è arrivata. Adesso tocca finalmente a noi.
Tocca a noi uscire dai nostri “rifugi ” invernali. Sarà per via anche di questi tempi balordi che stiamo vivendo che il nostro “forzato letargo” è sembrato ancora più difficile da smaltire, e da accettare. Ci si deve trasformare in una sorta di girasoli umani, seguire passo dopo passo i raggi del sole e lasciarsi irradiare dal loro calore. Dopodiché dovremo soltanto munirci di una cartina e scegliere dove andare a ritemprare occhi, cervello e cuore. La nostra Italia è ricca di piccoli gioielli che devono essere ancora scoperti. Luoghi magnifici, a due passi da noi, a cui abbiamo sempre rivolto un superficiale, e inspiegabile: ci vediamo domani. Domani è passato così come il giorno dopo e gli altri a seguire. Ora però è venuto il tempo di andare.
Un luogo bellissimo, nel cuore dell’Italia. Per tanti è dietro l’angolo, per gli altri un’occasione unica per un viaggio indimenticabile. Siamo in Umbria, il polmone verde dell’Italia, meraviglia tra le meraviglie. Non vi è occasione migliore dell’inizio della primavera per visitarla, quando ancora il grande turismo di massa non ha ancora mosso i suoi rumorosi passi. Le Fonti del Clitunno sono lì, splendide, limpide e desiderose di essere visitate, calpestate, attraversate, fotografate, vissute e respirate a pieni polmoni. Ha scritto Plinio il Giovane: “Io le ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi“, ci ricorda fontidelclitunno.it.
Chi ha voglia di commettere lo stesso errore? Il Parco naturalistico delle Fonti del Clitunno si estende su una superficie di circa 10mila mq, nel comune di Campello sul Clitunno, tra Spoleto e Foligno. Un luogo che ha ispirato grandi poeti e scrittori. Oltre a Plinio il Giovane, citato poc’anzi, anche Virgilio, che le ha descritte nelle sue Georgiche.
E come dimenticare Giosuè Carducci che le ha rese immortali nella sua ode Alle Fonti del Clitunno. Il parco che si può ammirare deve il suo aspetto attuale al conte Paolo Campello della Spina, il quale ha dato una nuova immagine al luogo riorganizzando gli spazi, introducendo gli animali nel parco e, soprattutto, creando il laghetto, la vera attrazione. Le sorgenti sotterranee fuoriescono magicamente dalle fenditure delle rocce e sono loro, con le loro acque cristalline, ad alimentare il laghetto del Parco.
Il resto della magia la regalano i molteplici esemplari di alberi, quali salici piangenti e pioppi cipressini, uccelli come i cigni e le anatre e pesci quali le carpe e le trote. Questo, e tanto altro, possono offrire le Fonti del Clitunno, nel cuore dell’Umbria. E non facciamo come Plinio il Giovane.
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