L’allerta è molto alta per questa nuova ondata di scarlattina, molti bambini colpiti: ecco come riconoscere i sintomi e come agire.
Nonostante l’inverno sia ormai alle spalle, per i genitori non c’è ancora pace. Soprattutto se hanno bambini piccoli che frequentano nidi o asili, si trovano a vivere giorni in cui ogni volta che il piccolo tornerà da scuola avrà un malanno differente. Non è bastata l’influenza Australiana che ha costretto a letto migliaia di persone fra adulti e bambini, ora c’è ben altro a destare preoccupazione.
Dopo mesi in cui raffreddore, tosse, mal di gola e febbre hanno fatto da padroni, ecco che hanno ceduto il passo alla gastroenterite che si è diffusa nelle scuole alla velocità della luce, ma non è ancora tutto. Purtroppo, è scattato un nuovo allarme in queste settimane, che sta dando parecchio filo da torcere ai pediatri di famiglia che si trovano oberati di lavoro a causa delle continue richieste di aiuto.
La scarlattina dilaga tra i bambini: un dato preoccupate che non deve essere sottovalutato
Quello che in questo momento sta facendo preoccupare tantissimi genitori è la diffusione della scarlattina, una malattia esantematica causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA). La facilità di trasmissione, che avviene o per via salivare o anche da bambini malati ma che non manifestano sintomi, ha permesso che questa malattia si espandesse rapidamente, soprattutto in luoghi chiusi e ad affollati come le scuole.
Affinché la scarlattina possa essere curata nel modo giusto e si possa diversificare dalla classica influenza, è bene tenere a mente i sintomi principali, eccoli nel dettaglio:
- Febbre alta
- Brividi
- Nausea
- Vomito
- Mal di testa
- Faringe e tonsille ingrossate
- Esantema in varie zone del corpo
Una volta passati i sintomi iniziali, anche l’esantema inizierà a sparire lasciando però spazio ad una desquamazione della pelle che può durare fino a 20 giorni. Una volta che il pediatra sarà allertato e riconoscerà la scarlattina in tutti questi sintomi, per avere la certezza potrebbe comunque richiedere un tampone faringeo di verifica. Il piccolo paziente se dovesse risultare positivo, verrà trattato con antibiotici e potrà, dopo 24 ore dalla prima somministrazione, riprendere anche la normale attività scolastica in quanto non più contagioso. Nonostante questa malattia può destare preoccupazione nei genitori, è importante sapere che raramente subentrano complicazioni e che non appena la cura inizierà a fare effetto il piccolo starà subito meglio.