Tuo figlio non mangia abbastanza durante il pranzo o la cena? Forse commetti un errore che secondo gli esperti andrebbe evitato.
Se sei una giovane mamma trentenne di oggi, fortemente attenta alla salute alimentare di tuo figlio, potresti commettere una serie di errori, a tavola, durante i suoi pasti, che oggi, secondo la maggior parte dei nutrizionisti, ma anche secondo l’autorevole parere degli psicologi, andrebbero assolutamente evitati.
Indagini autorevoli suggeriscono che circa l’85% dei genitori cerca di controllare in modo oppressivo l’assunzione di cibo del proprio bambino durante i pasti. Ciò è particolarmente vero con i bambini di tutte le età, in particolare in età da scolaro, con i genitori che hanno maggiori probabilità di spingere il bambino magro a mangiare di più e il bambino più grande a mangiare di meno. Ritieni davvero che questo sia un comportamento corretto? Gli esperti ci fanno capire che forse stai sbagliando da tempo e che non te ne rendi conto.
Il paragone con i comportamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni probabilmente non ha molto senso. Ricordiamo infatti i tempi in cui il rigore a tavola, da parte di noi bambini, viaggiava di pari passo con le severe punizioni verso chi sprecava il cibo o faceva i capricci. Ovviamente non accadeva la stessa cosa in tutte le famiglie. Però, non puoi avere dimenticato la tua possibile avversione per le verdure e la mamma che ti obbligava a mangiarle, magari riproponendoti il medesimo piatto del pranzo, che avevi rifiutato, per la cena.
I bambini nascono con la naturale capacità di regolare l’assunzione di cibo. Quando i genitori cercano di convincere i bambini a mangiare di meno o di più, ad esempio, insegnano ai bambini a non fidarsi del proprio corpo, il che può ostacolare l’autoregolazione. La ricerca mostra che la pressione per mangiare si traduce in una minore assunzione di cibo mentre interrompere un bambino durante i pasti aumenta la probabilità che mangi in assenza di fame (pensa a mangiare di più quando possibile).
La maggior parte delle principali organizzazioni sanitarie, come l’American Academy of Pediatrics, raccomanda la Divisione Satter per la responsabilità dell’alimentazione. Ciò significa che i genitori decidono cosa, quando e dove nutrire e i bambini decidono quanto mangiare (anche se ciò significa non mangiare affatto). Questo non solo aiuta i bambini ad autoregolarsi e ad acquisire fiducia nel mangiare, ma rende l’ora dei pasti più tranquilla e solidale, così i bambini possono muoversi lungo l’accettazione del cibo al proprio ritmo.
Naturalmente nessuno di noi genitori può permettersi, quando c’è in ballo la salute alimentare del proprio figlio, di lasciare che tutto sia alla mercé dei suoi capricci. Della serie merendine, cioccolate, bibite gasate, patatine e addio pranzo e cena. Non è possibile consentire che il bambino gestisca tutto in autonomia, è ovvio. Nel contempo, la tua bravura di mamma e cuoca consentirà di invogliarlo a mangiare le verdure, che di solito i più piccoli non amano. Tagliale a bastoncino, falle panate e fritte, oppure prepara simpatiche polpettine croccanti, o ancora trasformale in chips. Vedrai che ritroverà la voglia di mangiare e il sorriso.
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