Molestie su minori: argomento scottante ma terribilmente attuale. Ecco come i genitori possono riconoscere i segnali di drammatici abusi.
Non vuole più andare a scuola, ha smesso di mangiare, ma soprattutto ha smesso di sorridere. Cosa succede a tua figlia? Cosa accade alla tua bambina appena entrata, magari, nel difficile e complesso periodo dell’adolescenza? Il primo innamoramento non corrisposto? In fondo ci siamo passati tutti.
Oppure una delusione d’amore, magari perché il fidanzatino l’ha appena lasciata per la sua migliore amica. Da mamma cerchi di parlarle, cerchi di capire perché tua figlia è inquieta, irascibile, soprattutto lei, così zelante e curiosa nello studio, almeno fino a poco tempo prima, ti dice apertamente che non vuole più andare a scuola. Peggio ancora se ha smesso da settimane di comunicare con te: tu che sei sempre stata la sua migliore amica, ora resti fuori da tutto. Cosa sta accadendo? Cosa la turba?
Il telegiornale, gioco forza, non ce ne risparmia una. Del resto la realtà non può essere chiusa in un cassetto. Ragazzine violentate da un branco di coetanei, tutti minorenni: un’attualità atroce, drammatica. Succede sempre più spesso. Ti prende l’angoscia, da genitore vorresti solo il meglio per lei anche se non puoi preservarla dalle brutture della vita. Ma non questo, certo, la violenza proprio no! Non diresti mai, tanto a mia figlia non può succedere. Il pericolo è lì fuori e non fa distinzioni. Per lei vorresti che il primo amore fosse come lo è stato per te: batticuore, emozione, e la prima volta, quando avverrà e lo deciderà lei, vorresti fosse per tua figlia davvero indimenticabile. Ti auguri tutto questo da mamma.
Molestie su minori: proteggere tuo figlio vuol dire capire se sta accadendo qualcosa di terribile
È importante far sapere ai bambini, così come agli adolescenti, che possono e devono dire “no” a tocchi che li mettono a disagio. Questo messaggio non è ovvio per i bambini, ai quali spesso viene insegnato ad essere obbedienti e a seguire le regole. Sostieni tuo figlio se dice di no, anche se ti mette in una posizione scomoda. Ad esempio, se tuo figlio non vuole abbracciare qualcuno a una riunione di famiglia, rispetta la sua decisione di dire “no” a questo contatto fisico.
I bambini piccoli spesso temono di finire nei guai o di turbare i genitori facendo domande o parlando delle loro esperienze. Sii un luogo sicuro in cui tuo figlio possa condividere informazioni su cose su cui ha domande o che lo mettono a disagio. Ricorda loro che non saranno puniti per aver condiviso queste informazioni con te. Potrebbe essere semplice come aiutare una persona anziana a scendere da un autobus o raccogliere gli spiccioli che qualcuno ha lasciato cadere a terra. Quando modelli il comportamento di aiuto, segnali a tuo figlio che questo è un modo normale e positivo di comportarsi.
Se tuo figlio viene da te con qualcosa che ritiene importante, prenditi il tempo per ascoltare. Dai loro la tua totale attenzione e fagli sapere che prendi sul serio le loro preoccupazioni. Potrebbero essere più propensi a venire da te in futuro se sanno che la loro voce sarà ascoltata. I segni fisici e/o comportamentali del maltrattamento fisico sono in genere costituiti da:
- lividi, contusioni e ogni altro segno sulla pelle;
- denutrizione;
- chiazze di calvizie;
- ospedalizzazioni e ricoveri frequenti e/o oscuri;
- reattività esagerata;
- scoppi improvvisi d’ira;
- paura negli ambienti esterni;
- arroganza nel contesto d’origine;
- instabilità reattiva;
- rifiuto del contatto fisico;
- ricerca di attenzioni, favori, cibo, oggetti;
- attenzione “gelata” con uno sguardo attento e allarmato;
- emozioni congelate e percezione falsamente forte di sé.
I segni comportamentali della violenza psicologica che si possono riscontrare in alcuni bambini sono:
- atteggiamento timoroso da “vittima” o atteggiamento aggressivo;
- personalità rigida e scarsa capacità di adattamento;
- continua svalutazione delle proprie azioni e pensieri;
- scarsa socievolezza;
- iperattività;
- adultizzazione precoce;
- ansia nelle separazioni;
- abitudini improprie o stereotipate;
- distruttività, crudeltà e comportamento di sfida;
- stato di ansia continua, scarsa autostima, mancanza di fiducia di base in se stessi e negli altri;
- percezione minacciosa del mondo;
- tristezza, inibizione e assenza di slancio vitale.
Presi singolarmente, ognuno di questi segnali potrebbero non essere per forza la prova di un maltrattamento. Ciò che puoi e devi fare è dargli la serenità di parlare, di raccontarti cosa lo affligge: se dietro quel livido o quel sorriso che non c’è più si nasconde un dramma che porta dentro.